Bce: ripresa a ritmo moderato

Bene l’occupazione, ma la Brexit frena la crescita La ripresa economica nell’area dell’euro sta proseguendo, sorretta dalla domanda interna, mentre la crescita delle esportazioni rimane modesta. In prospettiva, il recupero dell’economia dovrebbe procedere a un ritmo moderato. La domanda interna continua a essere sostenuta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria della BCE all’economia reale.
Bene l’occupazione, ma la Brexit frena la crescita

La ripresa economica nell’area dell’euro sta proseguendo, sorretta dalla domanda interna, mentre la crescita delle esportazioni rimane modesta. In prospettiva, il recupero dell’economia dovrebbe procedere a un ritmo moderato. La domanda interna continua a essere sostenuta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria della BCE all’economia reale. E’ quanto emerge dall’ultimo bollettino della Banca centrale europea, secondo il quale le favorevoli condizioni finanziarie e il miglioramento della redditività delle imprese seguitano a promuovere la ripresa degli investimenti.

I sostenuti incrementi dell’occupazione favoriti anche dalle passate riforme strutturali e i prezzi ancora relativamente bassi del petrolio forniscono un ulteriore sostegno al reddito disponibile reale delle famiglie e di conseguenza ai consumi privati. In aggiunta, si prevede che l’orientamento fiscale nell’area dell’euro sia lievemente espansivo nel 2016 e che diventi sostanzialmente neutro nel 2017 e nel 2018. Al tempo stesso gli andamenti sfavorevoli per la ripresa economica nell’area dell’euro includono l’esito del referendum nel Regno Unito e altre incertezze geopolitiche, le prospettive di crescita contenuta nei mercati emergenti, i necessari aggiustamenti dei bilanci in diversi settori e la lenta attuazione delle riforme strutturali. Su questo sfondo, i rischi per le prospettive di crescita dell’area dell’euro restano orientati verso il basso.

L’inflazione complessiva nell’area dell’euro si è mantenuta attorno allo zero negli ultimi mesi. Le misure dell’inflazione di fondo non hanno nell’insieme mostrato segni evidenti di una tendenza al rialzo, mentre le pressioni sui prezzi sono rimaste moderate. Le misure delle aspettative di inflazione a lungo termine ricavate dai dati di mercato sono diminuite ulteriormente e rimangono sostanzialmente inferiori a quelle basate sulle indagini. In prospettiva, sulla base delle quotazioni correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che i tassi di inflazione restino molto bassi nei prossimi mesi e che poi risalgano nel prosieguo del 2016 per motivi in larga parte riconducibili agli effetti base del tasso di variazione sui dodici mesi dei corsi dell’energia. Sostenuti dalle misure di politica monetaria della BCE e dall’atteso recupero dell’economia, i tassi di inflazione dovrebbero aumentare ulteriormente nel 2017 e nel 2018.