Una casta di privilegiati o un ceto dal futuro incerto? Una risorsa per il Paese o un costo per i cittadini? Chi sono oggi i liberi professionisti? Le trasformazioni economiche e sociali impongono una profonda riflessione sul ruolo, sulla percezione e sulle prospettive del professionista in una società in continua evoluzione. Dall’identità all’auspicata rappresentanza unitaria, passando attraverso la comunicazione, Confprofessioni intende delineare gli scenari futuri e governare i cambiamenti in atto nelle relazioni con i cittadini, le imprese e le istituzioni. Sono questi i temi emersi durante il terzo seminario confederale “a porte chiuse” dal titolo “Professionisti, un’identità in bilico?”. L’incontro, che si è svolto giovedì 9 giugno a Milano presso la Sala Parlamentino di Palazzo dei Giureconsulti, ha visto la partecipazione del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, del sociologo Aldo Bonomi, del giornalista del Corriere della Sera, Dario Di Vico, del politologo Paolo Feltrin e di Antonio Zuliani, presidente di Plp, l’associazione Psicologi liberi professionisti aderente a Confprofessioni, e autore dell’indagine “L’immagine dei professionisti”. Numerosa e partecipata l’adesione dei delegati confederali, che ha visto anche la presenza di alcuni presidenti delle associazioni aderenti, tra cui Gianfranco Prada (Andi), Ignazio Leotta (Federnotai), Bruno Gabbiani (Ala Assoarchitetti), Maria Pungetti (Asso Ingegneri), Laura Bordoli (Anrev). La tappa milanese, sponsorizzata da Wolters Kluver, rientra nel ciclo di seminari lanciati da Confprofessioni per elaborare un pacchetto di proposte in grado di consolidare lo sviluppo del sistema confederale, che avrà il suo culmine in autunno, quando verrà completato il percorso verso la rappresentanza unitaria delle professioni intellettuali.