Emergenza giovani: gli studi rilanciano l’apprendista-praticante

Si e’ tenuta a Genova la conferenza nazionale del lavoro organizzata dal Pd. De Lorenzis (Confprofessioni Liguria): dai professionisti risposte chiare per uscire dalla crisi “Persone, lavoro, democrazia”. Si è aperta il 17 giugno a Genova, presso l’Auditorium Fiera del mare, la conferenza nazionale per il lavoro organizzata dal Partito democratico, che ha visto la
Si e’ tenuta a Genova la conferenza nazionale del lavoro organizzata dal Pd. De Lorenzis (Confprofessioni Liguria): dai professionisti risposte chiare per uscire dalla crisi

“Persone, lavoro, democrazia”. Si è aperta il 17 giugno a Genova, presso l’Auditorium Fiera del mare, la conferenza nazionale per il lavoro organizzata dal Partito democratico, che ha visto la partecipazione, tra gli altri di Pierluigi Bersani, segretario del Pd, Stefano Fassina, responsabile del settore Economia e Lavoro del Pd, Sergio Cofferati, Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl), Luigi Angeletti (Uil), Giampaolo Galli (Confindustria), Giorgio Guerrini (Rete imprese Italia).
Il lavoro al centro della politica, perché “Per noi il lavoro è la questione numero uno “, ha affermato Pierluigi Bersani. Dal palco dell’Auditorium, Il Pd ha infatti presentato il suo piano nazionale per il rilancio dell’occupazione, dal contratto di apprendistato come canale principale per l’accesso al lavoro stabile ai costi più alti per il lavoro precario e alle maggiori agevolazioni per quello stabile, dal sostegno alle pensioni dei lavoratori più giovani e meno tutelati alla drastica riduzione delle forme contrattuali, dagli incentivi all’occupazione femminile alla conciliazione tra lavoro e maternità, per arrivare, infine, all’introduzione di una statuto per i lavoratori autonomi e i professionisti.
Nutrita la partecipazione alla conferenza del mondo delle libere professioni che, oltre a Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, e di Giuseppe Lupoi del Colap, ha visto Roberto De Lorenzis, presidente di Confprofessioni Liguria, intervenire nel dibattito, che ha subito chiarito il ruolo dei professionisti nella società e nelle dinamiche del mercato del lavoro. “Non c’è dubbio: i giovani sono i soggetti maggiormente esposti alla crisi economica che ha investito le professioni” ha detto De Lorenzis “ma il problema deve essere colto nella sua interezza e non possiamo costringerlo solo nelle grandi strutture professionali che rappresentano una minima parte dell’intero comparto professionale, costellato da una miriade di piccoli studi professionali con uno o due dipendenti. Dobbiamo cominciare a pensare ai liberi professionisti nella loro duplice veste di lavoratori autonomi, ma anche di datori di lavoro” ha aggiunto De Lorenzis “per poter dare risposte organiche alle difficoltà del settore”.
Una prima risposta che abbraccia la “duplice veste dei professionisti”, dopo un serrato pressing di Confprofessioni, è arrivata con il via libera del Consiglio dei ministri del 5 maggio al Testo Unico sull’apprendistato, che consente attraverso l’alta formazione di assicurare un contratto di praticantato ai giovani che intendono intraprendere la libera professione. “La riforma dell’apprendistato non può essere rifiutata a priori” ha sottolineato De Lorenzis “perché può essere una valida strada per l’accesso al mercato del lavoro e, in particolare, alle libere professioni. Tuttavia, deve rimarcare il suo valore formativo, anche per evitare un uso distorto dei giovani praticanti, che deve essere combattuto in prima persona dagli stessi professionisti”. Queste, dunque, alcune delle tesi che Confprofessioni sosterrà davanti al ministro Sacconi e alle altre parti sociali il prossimo 22 giugno, in occasione della riunione sul Testo Unico dell’apprendistato.
Inevitabile il passaggio sulla riforma delle professioni, ferma al palo in Parlamento da oltre 10 anni. “Crediamo fermamente nel sistema ordinistico” ha detto il numero uno di Confprofessioni Liguria “ma gli ordini devono avere il coraggio di riformarsi, rispettando i ruoli e le funzioni delle associazioni”. Se infatti gli ordini hanno l’obbligo costituzionale di garantire la prestazione professionale verso i cittadini, emerge sempre più chiara la funzione sociale di tutela delle categorie, che viene attribuita alla componente sindacale che, nell’ambito delle libere professioni, trova espressione nelle associazioni che si riuniscono in Confprofessioni (firmataria del Ccnl degli studi professionali e riconosciuta parte sociale nel 2001). “Come datori di lavoro abbiamo dato vita al sistema della bilateralità che ha favorito, per esempio, il lavoro femminile negli studi” ha concluso De Lorenzis “ma dobbiamo continuare su questa strada per creare nuovi strumenti in grado di rispondere alle problematiche che emergono dalle nuove dinamiche del lavoro”.
Contratto e rappresentanza sono, dunque, i nodi cruciali. “La rappresentatività sindacale” ha detto Bersani "è essenziale per garantire la democrazia nei luoghi di lavoro, il pieno coinvolgimento dei lavoratori nella validazione dei contratti". Per il Pd i contratti nazionali di lavoro sono irrinunciabili ma vanno snelliti e ridotti di numero. “Basta con i contratti pirata”, gli ha fatto eco Susanna Camusso in collegamento video. “Il secondo livello di contrattazione va valorizzato – si legge nel documento presentato da Fassina – ma non può vanificare il CCNL. Il contratto nazionale rimane uno strumento insostituibile per garantire coesione sociale e territoriale del Paese e qualità delle strategie competitive. È urgente definire le regole per la rappresentanza e rappresentatività sindacale e la democrazia nei luoghi di lavoro per soddisfare due requisiti: garantire l’esigibilità degli accordi sottoscritti e garantire la piena agibilità sindacale anche alle organizzazioni non firmatarie degli accordi”.
 

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