Confprofessioni: sempre più “professionals”, ma meno ricchi

Più giovani, più donne e istruzione più elevata. In Italia i liberi professionisti sono oltre 1,3 milioni. I risultati dell’Osservatorio permanente sulle professioni sono stati presentati al Congresso nazionale della Confederazione, che celebra i 50 Quanti sono i professionisti in Italia? Una popolazione di 1.350.000 persone che rappresenta il 23,2% dei lavoratori autonomi, il 5%
Più giovani, più donne e istruzione più elevata. In Italia i liberi professionisti sono oltre 1,3 milioni. I risultati dell’Osservatorio permanente sulle professioni sono stati presentati al Congresso nazionale della Confederazione, che celebra i 50

Quanti sono i professionisti in Italia? Una popolazione di 1.350.000 persone che rappresenta il 23,2% dei lavoratori autonomi, il 5% degli occupati totali, ovvero un gruppo omogeneo e compatto, architrave del ceto medio. Sono i dati dell’Osservatorio permanente sulle professioni promosso da Confprofessioni e presentato da Paolo Feltrin, docente di Scienze politiche, nel corso del Congresso nazionale di Confprofessioni – I professionisti per la crescita del Paese, aperto oggi a Roma all’Auditorium della Pontificia Università Lateranense. I lavori, introdotti dal presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, hanno visto la partecipazione della ministra per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, della sottosegretaria al ministero della Giustizia, Federica Chiavaroli, e del vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Antonio Tajani.

 

L’evento, che rientra nell’ambito delle celebrazioni del 50esimo anniversario di Confprofessioni, ha permesso di fare il punto sul mondo delle professioni tra passato e futuro. Davanti a una platea di oltre mille partecipanti, il presidente della Confederazione, Gaetano Stella, ha infatti tracciato le tappe fondamentali dello sviluppo delle professioni, indicando al tempo stesso i presupposti per i cambiamenti strutturali, più profondi, che andranno a incidere sul futuro.

«Intendiamo proporre una via culturale e sociale per l’evoluzione della libera professione, un cambio di mentalità» ha sottolineato Stella nella sua relazione introduttiva. «L’attuale “terziario professionale” ha bisogno di un salto di dinamismo, maggiore qualità ed efficienza. Mercato e competitività. Ci vuole una spinta all’innovazione per ridurre i costi e produrre servizi a maggiore valore aggiunto».

 

I dati del rapporto dell’Osservatorio permanente sulle professioni rivelano una forte presenza di giovani (circa due terzi), donne, titoli di studio elevati con sempre maggior capacità di attrazione per le nuove generazioni (i “professionals”). Dall’Osservatorio emerge inoltre una forte dispersione per regione, dimensione dello studio, redditi dichiarati e redditi secondo l’anzianità. Infine, il fatturato dei professionisti, oltre 200 miliardi di fatturato nel 2015, risulta in calo rispetto ai 235 miliardi del 2008.

 

Per quanto riguarda il rapporto dei professionisti italiani con le nuove tecnologie, Feltrin ha sottolineato come l’avvento di queste ultime “avrebbe potuto spazzare via il mondo tradizionale delle professioni, invece è accaduto il contrario: i nuovi professionisti sono il motore trainante della modernità”. “Si pensi – ha aggiunto – al legame tra scoperta scientificas in medicina e le loro applicazioni mediate dei professionisti dell’area medica; pensiamo alla centralità del diritto nella società contemporanea per la tutela dei cittadini e dei consumatori; pensiamo al ruolo degli ingegneri nella traduzione in processi applicativi delle innovazioni tecnologiche”.