Babbo Natale non è morto

La rubrica Progetto Spazio Psicologico a cura di PLP Antonio Zuliani Psicologo psicoterapeuta Membro del CEN dell’Associazione Psicologi Liberi Professionisti   Mi rendo conto come la frase “Babbo Natale non è morto” possa risultare un tantino provocatoria. In effetti questo è voluto, perché mai come quest’anno è importante il significato di questo Natale. Al di
La rubrica Progetto Spazio Psicologico a cura di PLP

Antonio Zuliani

Psicologo psicoterapeuta

Membro del CEN dell’Associazione Psicologi Liberi Professionisti

 

Mi rendo conto come la frase “Babbo Natale non è morto” possa risultare un tantino provocatoria. In effetti questo è voluto, perché mai come quest’anno è importante il significato di questo Natale.

Al di là del valore religioso di questa ricorrenza, si tratta di un momento simbolicamente importante per tutti. Non solo per i nostri figli o nipoti. È il momento di una nascita di speranza e mai come quest’anno ne sentiamo tutti il bisogno.

Pensare a come narrare questo Natale ai nostri piccoli diviene un utile esercizio per narrarlo a noi stessi. In un precedente articolo avevamo affrontato il tema di come parlare della pandemia ai bambini. Ebbene queste festività, anche per le necessarie misure restrittive, è un momento per farlo.

 

Qualche suggerimento

Proviamo a condividere qualche suggerimento.

  • In primo luogo non presentiamo le misure di prevenzione dal contagio come limitazioni alla libertà, ma come una strategia che ci vede tutti protagonisti della lotta al virus. Mostrare ai più piccoli che tutti assieme si può essere più forti di ogni avversità sarà un insegnamento fondamentale per tutta la vita.
  • Mostriamo, senza esagerazioni, quante persone, proprio in questi giorni stanno dedicando tempo ed energia per alleviare il disagio di tutti. I sanitari, chi sta preparando pacchi dono per i più poveri, chi lavorando ci garantisce tutto questo (pensiamo agli addetti ai servizi, ai camionisti ecc.). Se c’è qualcuno disposto a mettere le proprie energie per far funzionare una comunità c’è speranza per il futuro.
  • Diamo a noi e ai nostri figli un po’ di pausa dalle notizie e dai commenti quotidiani sul coronavirus. Se per un giorno tacitiamo i tanti esperti che stanno trovando il loro quarto d’ora di celebrità con un eccesso di parole non è per negare la difficoltà del momento, ma per prendere un po’ di fiato e affrontare il futuro.
  • Infine, ma forse è il suggerimento più importante, prendiamoci del tempo per ascoltare i nostri piccoli, per permettere loro di esprimere le loro paure. Sentire che un adulto li ascolta sarà forse il più bel regalo che potranno ricevere per Natale. Un modo, piccolo ma significativo, per favorire l’ascolto reciproco può essere quello di decidere assieme di tenere il cellulare spento almeno per una parte del pranzo di Natale.