di Antonio Zuliani
Membro del Consiglio Esecutivo Nazionale di PLP
Quando viviamo una situazione nuova, tanto più se complessa come quella legata al Sars-CoV-2, è importante imparare dalle cose che ci ha mostrato. Non solo perché il nostro cervello impara dagli errori che commette, ma anche per migliorare le nostre strategie legate alla sicurezza.
Ebbene, i risultati incoraggianti che stiamo vedendo in questi giorni circa il contenimento della pandemia ci devono far riflettere su come ciò sia stato possibile. Al di là dello sforzo del sistema Italia e dell’abnegazione del personale sanitario e del volontariato, il successo è stato determinato anche dall’azione di tutti noi.
Indossare la mascherina, mantenere una distanza di sicurezza, lavarci spesso le mani sono state forse piccole cose, ma decisive.
Abbiamo fatto esperienza di quello che la psicologia chiama “atteggiamento pro sociale”. Ovvero che se tutti mettiamo al primo posto la tutela degli altri, anche gli altri lo faranno nei nostri confronti. Proprio il fatto che il contenimento della pandemia sia stato fortemente legato al comportamento di ogni cittadino, che indossando la mascherina ha protetto gli altri, ha prodotto un analogo e rispecchiante comportamento.
Cialdini ricorda che se si vuole ottenere una risposta positiva verso se stessi, occorre per prima cosa attivare un’azione positiva verso l’altro.
La reciprocità della presa in carico, che si è tradotta nelle misure di mutua difesa dal virus, può diventare una filosofia che sancisce un nuovo e più profondo rapporto tra le persone. In questa direzione si supera la semplice considerazione presente nel d.lg. 81/08 che vede anche il lavoratore corresponsabile e protagonista della sicurezza. Perché oggi questa è diventata esperienza condivisa. Allora perché abbandonarla proprio ora! Perché non porla come regola fondamentale delle relazioni tra le persone in famiglia, nel luogo di lavoro, nei nostri studi professionali! Se ne avvantaggerebbero le relazioni, il benessere e la sicurezza sul lavoro.
Ora che abbiamo e stiamo facendo esperienza che non è solo teoria, ma che funziona proprio così: facciamone tesoro. Due semplici azioni: riconoscere a tutti i nostri collaboratori gli sforzi compiuti in questa direzione e valorizzare ogni azione futura in questa direzione. Lo slogan dei prossimi mesi non sia “liberi tutti”, bensì “tutti corresponsabili”. Ecco allora che mantenere quelle piccole, e a volte fastidiose, misure di sicurezza non sarà poi tanto difficile.