La mutua difesa dal virus

Secondo appuntamento con la rubrica “Progetto Spazio Psicologico”, a cura dell’associazione Psicologi Liberi Professionisti di Antonio Zuliani (membro del Consiglio Esecutivo Nazionale di PLP)   Con il progressivo allentamento del lockdown e la decrescita della pandemia c’è il rischio che le stesse misure protettive diventino, nelle abitudini quotidiane, sempre più disattese. Tanto più nei luoghi
Secondo appuntamento con la rubrica “Progetto Spazio Psicologico”, a cura dell’associazione Psicologi Liberi Professionisti

di Antonio Zuliani

(membro del Consiglio Esecutivo Nazionale di PLP)

 

Con il progressivo allentamento del lockdown e la decrescita della pandemia c’è il rischio che le stesse misure protettive diventino, nelle abitudini quotidiane, sempre più disattese. Tanto più nei luoghi di lavoro all’interno dei quali ci si conosce da anni, come negli studi professionali. Si, perché l’infelice definizione di distanziamento sociale non aiuta a comprendere la necessità di mantenere una distanza da persone verso le quali si sperimenta da anni una vicinanza sociale.

 

Le misure proposte sono poi difficili da mantenere nel quotidiano: noi non abbiamo negli occhi una cordella metrica che ci aiuti a capire costantemente cosa significhi la distanza di un metro. E poi le mascherine non sono certo comode da mantenere sul viso per ore. Si vedono così sempre più spesso mascherine calate sotto al naso o sul mento nella convinzione, nei casi migliori, che ci si ricorderà di risollevarle quando la distanza da un collega di lavoro dovesse essere troppo limitata.

 

Chi studia i meccanismi che sottostanno ai processi decisionali che determinano i nostri comportamenti sa bene che esiste il rischio di avviarsi verso una fase di progressive e lente violazioni dei corretti comportamenti. Che ciò possa portare a ignorare le attuali misure è del tutto è plausibile, se non addirittura preventivabile.

 

Questo, oltre che ai rischi connessi al fatto che il Sars-CoV-2 non è scomparso, potrebbe ingenerare tensioni, se non addirittura conflitti, all’interno di uno studio professionale tra coloro che, anche per legittime preoccupazioni personali, sono spinti a essere ligi alle norme e chi è, diciamo, più distratto.

 

Per attenuare questi conflitti e mantenere la corretta tensione verso le misure di protezione potrebbe essere utile lanciare una proposta per la mutua difesa dal virus basata sulla convinzione, del resto avvalorata dall’esperienza di questi mesi, che questo è un pericolo dal quale ci si difende e si sconfigge solo con il contributo di tutti, e che anche il piccolo gesto di ognuno diviene essenziale. Una filosofia di rapporto tra le persone che, a ben vedere, avrebbe ricadute positive ben oltre al tema dell’attuale pandemia.