
Nonostante la crisi, il gettito fiscale resiste alla crisi economica. Nel periodo gennaio – marzo 2013 le entrate tributarie erariali ammontano a 87.756 milioni di euro con una lieve flessione dello 0,3% (-223milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a causa del calo del 7,4% delle imposte dirette e dell’aumento del 5,9% di quelle dirette. Lo ha reso noto il Dipartimento delle Finanze nel Bollettino di maggio.
Nel primo trimestre 2013 le entrate totali ammontano a 87.756 milioni di euro (–223 milioni di euro, pari a –0,3%), come risultante della crescita delle imposte dirette che risultano di 49.941 milioni di euro (+2.787 milioni di euro pari a +5,9%) e della flessione delle imposte indirette pari a 37.815 milioni di euro (–3.010 milioni di euro, pari a –7,4%). Il gettito Irpef si è attestato a 44.182 milioni di euro (+850 milioni di euro, pari a +2,0%) e riflette l’andamento delle ritenute effettuate sui dipendenti del settore privato (+0,9%), quelle sui dipendenti del settore pubblico (+4,3%); i versamenti in autoliquidazione (+24,5%). In flessione, invece, le ritenute sui redditi dei lavoratori autonomi (-7,5%).
L’Ires ha generato un gettito di 1.060 milioni di euro (-115 milioni pari a -9,8%).
Tra le altre imposte dirette aumenta l’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale che ha determinato un afflusso di 2.149 milioni di euro (+844 milioni di euro, pari a +64,7%). L’incremento positivo è dovuto dall’aumento delle ritenute su interessi e premi corrisposti da istituti di credito e dell’imposta sostitutiva su interessi e premi di obbligazioni e titoli similari. L’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze si è attestata a 1.178 milioni di euro (+1.063 milioni di euro, pari a +924,3%).
Le imposte indirette registrano, invece, una contrazione del 7,4% (-3.010 milioni di euro). Nel periodo gennaio-marzo 2013, le entrate IVA sono risultate pari a 20.124 milioni di euro (–1.900 milioni di euro, pari a –8,6%). L’evoluzione negativa del gettito sugli scambi interni è riconducibile al calo della domanda in tutti i principali settori di attività economica – sottolinea il Bollettino di maggio del Dipartimento delle Finanze. Persiste la flessione dei consumi di beni e di servizi che si riflette in particolare sul gettito IVA nel commercio degli autoveicoli (–13,4%), nelle attività manifatturiere (–5,8%) e nelle costruzioni (–15,5%), maggiormente colpiti dagli effetti congiunturali negativi. Si registra una dinamica sfavorevole del gettito IVA anche nei settori del commercio all’ingrosso (–5,7%), dell’industria (–4,8%) e dei servizi privati (–4,8%), a fronte di una variazione positiva per il solo settore commercio al dettaglio (+2,1%) che riflette l’efficacia dell’azione di contrasto all’evasione.