Europa, Barnier lancia il passaporto unico

La commissione Ue ha presentato la sua proposta di revisione della direttiva qualifiche Una tessera professionale europea per accelerare “le procedure di riconoscimento per i professionisti che desiderano cambiare Paese”.
La commissione Ue ha presentato la sua proposta di revisione della direttiva qualifiche

Una tessera professionale europea per accelerare “le procedure di riconoscimento per i professionisti che desiderano cambiare Paese”. Michel Barnier, commissario Ue al mercato interno, ha presentato in Commissione la sua proposta legislativa di revisione della Direttiva qualifiche (2005/36/CE), che mira a favorire la libertà di movimento dei professionisti nel mercato unico europeo e a sfruttare il potenziale di crescita derivante dalla mobilità dei lavoratori/professionisti. Obiettivo principale della proposta, che dovrebbe essere votata dal Parlamento e Consiglio entro la fine del 2012 e quindi entrare in vigore nel 2014, è la semplificazione delle regole per la mobilità dei professionisti introducendo appunto una carta professionale europea sotto forma di certificato elettronico che, secondo il Commissario Barnier, è la giusta via da perseguire.

La proposta sostanzialmente riafferma la filosofia alla base della direttiva del 2005, del mutuo riconoscimento e della fiducia reciproca; tuttavia introduce alcuni nuovi elementi come la carta professionale e nuovi metodi per ottimizzare strumenti già esistenti quali l’Imi (Internal Market Information System, un sistema telematico multilingue) e gli sportelli unici. Vediamoli nel dettaglio. L’introduzione di una tessera professionale europea, un certificato elettronico non obbligatorio, servirà a migliorare l’accesso alle informazioni attraverso la predisposizione di un unico interlocutore rappresentato dagli sportelli unici, istituiti nel quadro della direttiva servizi e la possibilità di completare le procedure online. Prevede l’aggiornamento dei requisiti minimi di formazione per medici (educazione di base di 5.500 ore per un minimo di 5 anni – con alcune eccezioni per coloro che intendono seguire una seconda formazione), dentisti, farmacisti, infermieri e ostetriche (aggiornare il livello di ingresso e portarlo a 12 anni), veterinari e architetti (formazione di almeno 6 anni, di cui almeno 4 all’università e 2 di formazione oppure 5 università e pratica di un anno). Viene inoltre prevista l’introduzione di un sistema di allerta per gli operatori sanitari che godono del riconoscimento automatico (saranno le autorità competenti degli Stati a dover segnalare alle autorità preposte di tutti gli altri Stati membri i nominativi dei professionisti che lavorano in ambito sanitario cui è stato proibito esercitare la propria professione da un’autorità pubblica o tribunale attraverso il sistema IMI). Novità anche sul fronte della formazione, le piattaforme comuni verranno sostituite da un nuovo sistema di formazione comune (basato su knowledge, skills, competences) e di verifiche professionali, per estendere il meccanismo di riconoscimento automatico a nuove professioni (almeno 9 Stati membri dovranno parteciparvi). La proposta di revisione introduce poi la valutazione reciproca delle professioni regolamentate: in questo caso gli Stati membri dovranno fornire un elenco delle professioni regolamentate e giustificare la necessità di una regolamentazione, dopodiché verrà effettuata una valutazione reciproca coordinata dalla Commissione europea. La direttiva, oltre a introdurre il principio di accesso parziale, dovrebbe poi estendersi anche a coloro che non sono ancora pienamente qualificati per poter svolgere un periodo di tirocinio in un altro Stato membro. Per i notai viene stabilito che gli Stati membri possano imporre un test attitudinale o un periodo di pratica presso un notaio straniero; in caso di prestazioni temporenee non sarà possibile però svolgere attività di autentificazione. Per quanto riguarda invece il controllo delle competenze linguistiche, uno dei nodi più critici sollevati da diversi Paesi, la Commissione ha deciso di rimandare la questione solamente dopo che i singoli Stati si saranno pronunciato sul processo di riconoscimento.

LA SCHEDA

Che cos’è la carta professionale:

• è un certificato elettronico che sarà scambiato tra le autorità competenti attraverso il sistema Imi (Internal Market Information System, un sistema telematico multilingue);

• avrà natura facoltativa, seguirà quindi la volontà del professionista;

• prescinderà dal tipo di prestazione (temporanea o meno);

• spetterà all’autorità competente dello Stato di origine informare l’autorità competente dello Stato ospitante circa le qualifiche del professionista;

• permetterà di procedere al riconoscimento automatico in 6 settimane invece che 12 ed in 10 settimane invece che 12 per l’altro meccanismo di riconoscimento;

• porterà ad una riduzione dei costi del processo di riconoscimento (ad es. non ci sarà bisogno di tradurre i documenti/certificati);

• saranno i professionisti interessati alla carta a dover esprimere il loro interesse a livello europeo, ad esempio attraverso l’organizzazione professionale europea. La Commissione ha diritto di iniziativa e consulterà i professionisti a livello europeo (infermieri e guide di montagna hanno già espresso la volontà di dotarsi di tale carta).

 

Link alla proposta della Commissione

 

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