LIBERA CIRCOLAZIONE DEI SERVIZI, UNA PRIORITA’

Tra i principali ostacoli, procedure amministrative complesse, mancanza di informazioni e problematiche assicurative. La Commissione ha interrogato gli stakeholders sulla forma che il passaporto dei servizi dovrebbe assumere Mancanza di informazioni attendibili riguardo alle pratiche da espletare, procedure amministrative complesse, requisiti normativi imposti dallo stato ospitante e problematiche legate alla copertura assicurativa per le attività
Tra i principali ostacoli, procedure amministrative complesse, mancanza di informazioni e problematiche assicurative. La Commissione ha interrogato gli stakeholders sulla forma che il passaporto dei servizi dovrebbe assumere

Mancanza di informazioni attendibili riguardo alle pratiche da espletare, procedure amministrative complesse, requisiti normativi imposti dallo stato ospitante e problematiche legate alla copertura assicurativa per le attività svolte all’estero. Sono alcuni degli ostacoli che i prestatori di servizi, che intendono operare su base transfrontaliera, incontrano quotidianamente. È quanto emerso in occasione di un evento che la Commissione europea ha organizzato a Bruxelles, lo scorso 6 settembre, per discutere della libera circolazione dei servizi.

 

La Conferenza si è svolta nel contesto del Single Market Forum 2016/2017, a meno di un mese dalla chiusura della consultazione pubblica sul Passaporto dei Servizi, ed ha riunito autorità pubbliche, funzionari delle istituzioni europee, rappresentanti delle imprese, associazioni di categoria, tra cui Confprofessioni, e prestatori di servizi.  In questa sede, la Commissaria per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI, Elżbieta Bieńkowska, ha affermato l’importanza del settore dei servizi nell’economia europea, sostenendo che per garantirne la competitività è necessario rimuovere gli ostacoli e creare le condizioni per la libera circolazione. La commissaria ha dichiarato che le istituzioni europee stanno infatti lavorando per trovare delle soluzioni concrete che rendano più facile la circolazioni di servizi all’interno dell’UE. Per i prossimi mesi, Bieńkowska ha quindi annunciato l’adozione di un approccio più intransigente verso gli ostacoli alla libera circolazione che sono in contraddizione con la Direttiva sui servizi 2006/123/CE.

In questo contesto, l’introduzione del passaporto dei servizi rappresenta una priorità. Esso dovrebbe prendere la forma di un certificato elettronico, rilasciato dallo stato di appartenenza, contenente informazioni sul prestatore di servizi, facilitando lo svolgimento delle sue attività anche all’estero. Lo scopo principale è quello di creare una maggiore integrazione transfrontaliera, creando fiducia tra le amministrazioni nazionali degli stati membri attraverso un flusso di informazioni standard.