Lo scorso 5 novembre, il Consiglio dell’Unione Europea ha proposto una revisione della Direttiva 2006/112/CE per aggiornare le norme sull’IVA e adattarle all’economia digitale. Questo pacchetto mira a semplificare e armonizzare la gestione dell’IVA, introducendo strumenti digitali che favoriscano la lotta contro le frodi fiscali e promuovano una maggiore equità per tutte le imprese, soprattutto quelle che operano tramite piattaforme online.
Una delle novità principali è l’obbligo di fatturazione elettronica, che richiederà agli Stati membri di adottare sistemi per l’emissione e la trasmissione digitale delle fatture, riducendo gli errori amministrativi e migliorando il tracciamento delle operazioni. Le aziende potranno scegliere se inviare le fatture direttamente o tramite terzi, rispettando però gli standard tecnici definiti dall’Unione Europea.
La proposta introduce anche l’obbligo di trasmettere digitalmente e in tempo reale i dati relativi all’IVA, imponendo ai soggetti passivi di inviare alle autorità fiscali i dati sulle vendite di beni e servizi entro cinque giorni dall’emissione della fattura. Questo sistema consentirà un monitoraggio continuo e digitale, migliorando i controlli fiscali e riducendo l’evasione.
Un altro aspetto rilevante riguarda il ruolo delle piattaforme online in qualità di “sostituti d’imposta”, ovvero una responsabilità di gestire i versamenti dell’IVA per transazioni come la locazione di alloggi brevi o il trasporto passeggeri quando il fornitore non addebita direttamente. Questa misura garantirà un’applicazione uniforme dell’IVA su tutte le transazioni, semplificando la riscossione e assicurando un trattamento equo per tutte le imprese.
Inoltre, la proposta affronta il tema del regime One-Stop Shop (OSS) che verrà ampliato per includere più operazioni, come le vendite tramite piattaforme online (marketplace), consentendo agli operatori economici di registrarsi fiscalmente in un solo Stato membro e gestire tutte le operazioni nel resto dei paesi membri, evitando registrazioni multiple in diversi stati e facilitando il commercio transfrontaliero.
La proposta è ora in fase di consultazione e negoziazione tra gli Stati membri, con l’obiettivo di attuare alcune misure entro il 2026 e completare il sistema di digitalizzazione entro il 2030.
Nel frattempo, gli Stati che già utilizzano sistemi avanzati di comunicazione elettronica dell’IVA, come l’Italia, potranno mantenere i propri regimi fino all’adozione di un sistema uniforme europeo.
In conclusione, questa proposta direvisione della normativa rappresenta un passo importante verso una gestione dell’IVA più moderna, efficace e digitale, con un impatto positivo sulla semplificazione degli adempimenti fiscali per le imprese, la riduzione delle frodi e il supporto alla crescita dell’economia digitale europea.
“Dopo quasi due anni di negoziazioni, il Consiglio ha raggiunto un accordo sul pacchetto IVA. Questo rappresenta un pilastro per la transizione digitale e un passo significativo per migliorare la competitività dell’UE. Le nuove regole aggiorneranno i nostri sistemi IVA per riflettere la digitalizzazione delle nostre economie, contribuire alla lotta contro le frodi IVA e semplificare gli obblighi amministrativi per le piccole imprese e i fornitori di servizi individuali”, ha dichiarato Mihály Varga, ministro delle Finanze ungherese.