Lo scorso 5 novembre, L’Unione Europea ha adottato un atto legislativo fondamentale per affrontare la crescente criminalità transfrontaliera. Il Consiglio dell’UE ha dato il via libera a un regolamento che stabilisce le condizioni per il trasferimento dei procedimenti penali tra Stati membri, quando un determinato paese non è il più adatto per gestirli. L’obiettivo è migliorare la cooperazione tra i membri dell’UE, rendendo più efficiente la gestione dei crimini che coinvolgono più di un soggetto statale comunitario.
La criminalità transfrontaliera, che spesso implica reati che attraversano i confini tra Stati membri, è diventata una sfida crescente. Fino ad oggi, i procedimenti penali per lo stesso crimine potevano essere avviati in più Paesi, causando conflitti giurisdizionali e ritardi nei processi. Il nuovo regolamento risolve questo problema, assicurando che i crimini vengano trattati nel Paese più idoneo, evitando che una persona sia giudicata più volte per lo stesso reato.
Con il nuovo atto, gli Stati membri dell’UE possono trasferire i procedimenti penali a un altro Paese se questo è sussidiariamente il più adatto per gestirli. Questo aiuta a evitare conflitti di giurisdizione e rallentamenti nei procedimenti legali. Inoltre, tale regolamento impedisce che una persona debba affrontare più procedimenti per lo stesso crimine in Paesi diversi, rispettando il principio del ne bis in idem, secondo cui non si può essere giudicati due volte per lo stesso reato. La decisione di trasferire un caso viene presa considerando vari fattori, come il luogo del crimine, la residenza dell’imputato, la posizione delle prove e l’efficienza del sistema legale del Paese coinvolto.
L’agenzia Eurojust, che facilita la cooperazione tra gli Stati membri, svolge un ruolo chiave in questo processo.
Il nuovo regolamento proposto pone anche un forte accento sulla protezione dei diritti delle vittime e degli imputati. Le vittime e le persone coinvolte devono essere consultate prima di ogni trasferimento e hanno il diritto di opporsi alla decisione entro quindici giorni.
Per semplificare e velocizzare il processo, la legge prevede l’uso di un sistema elettronico sicuro per la comunicazione tra gli Stati membri, che facilita la gestione della documentazione e delle comunicazioni. Ogni Stato membro copre i propri costi, ma le spese straordinarie, come quelle per la traduzione dei documenti, possono essere condivise tra i Paesi coinvolti.
Con questo regolamento, l’Unione Europea compie un passo significativo verso il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri e il miglioramento della gestione della criminalità transfrontaliera. L’atto legislativo semplifica i procedimenti legali, evitando duplicazioni e garantendo il rispetto dei diritti fondamentali delle persone coinvolte, in modo tale che i crimini vengano trattati in modo giusto ed efficace.
Come affermato da Bence Tuzson, Ministro della Giustizia ungherese, “La lotta contro la criminalità transfrontaliera richiede che gli Stati membri dell’UE lavorino insieme. È di fondamentale importanza che lo Stato membro più adatto sia responsabile di un’indagine penale in questo contesto”.