Mentre in alcuni Stati membri la disoccupazione rimane a livelli significativi, in diversi paesi si sta assistendo ad una preoccupante una carenza di manodopera.
Dopo il calo registrato nel primo trimestre del 2021, il PIL reale nell’UE è aumentato nel secondo trimestre in quanto gli Stati membri hanno allentato le misure di contenimento imposte dalla seconda ondata di pandemia di COVID-19 e le campagne di vaccinazione sono state implementate con successo raggiungendo l’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione adulta nell’agosto 2021.
Il Recovery and Resilience Facility sta dando un contributo significativo alla crescita.
Il PIL è cresciuto del 2,1% nell’UE e 2,2% nell’area euro rispetto al trimestre precedente. Rispetto allo stesso trimestre del 2020, che corrisponde al periodo più critico della crisi, il PIL dell’UE ha registrato un aumento del 13,8% (14,3% in eurozona). Nel primo trimestre del 2021, rispetto al trimestre precedente, il PIL è aumentato in tutti gli Stati membri, ma non per Malta (-0,5%) e Croazia (-0,2%). Il PIL è cresciuto maggiormente in Irlanda (+6,3%), Portogallo (+4,9%), Lettonia (+4,4%) ed Estonia (+4,3%). L’impatto della pandemia di COVID-19 sul PIL tra gli Stati membri è fortemente asimmetrico, e la velocità della ripresa dipende, tra l’altro, dalle diverse strutture economiche così come dalla durata e dalla gravità delle misure di contenimento introdotte.
L’occupazione è cresciuta dello 0,7% sia nell’UE che nell’area dell’euro nel secondo trimestre del 2021 rispetto al precedente.
L’UE sta attutendo l’impatto economico e sociale della pandemia di coronavirus, migliorando al contempo le economie e le società europee in maniera sostenibile, resiliente e meglio preparata per le sfide e le opportunità della transizione verde e digitale.