Si è svolto stamattina un incontro tra il Comitato di settore Regioni-Sanità, la Fimmg e gli altri sindacati della medicina generale. Durante la riunione il presidente del Comitato Claudio Montaldo ha illustrato le linee guida dell’atto di indirizzo.
“Apprezziamo il lavoro svolto dal presidente Montaldo che con il suo operato apre schiarite nelle tempestose relazioni fra sindacati e Regioni – commenta il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo – apprezziamo il metodo e auspichiamo che sia mantenuto nei prossimi incontri. Purtroppo abbiamo dovuto prendere atto dell’assenza di tutti gli altri assessori del comitato di Settore.
Un’assenza che, salvo le sacrosante giustificazioni di ciascuno, comunque si prestano ad essere interpretate come disinteresse delle Regioni per momenti che possono essere sorgenti di importanti innovazioni per il SSN”.
Per quanto riguarda il contenuto dell’atto di indirizzo di cui ci sono state illustrate solo le linee guida fondamentali, la FIMMG e le altre OOSS hanno formulato osservazioni costruttive, ricambiate dall’attenzione del presidente del Comitato di Settore.
“La FIMMG si riserva ogni valutazione nel momento in cui sarà reso disponibile il testo dell’atto di indirizzo. Nel frattempo – continua Milillo – nonostante gli ammirevoli sforzi di mediazione del presidente del Comitato di Settore, non possiamo non tenere conto dell’assenza di confronto e di relazioni fra categoria e Conferenza dei presidenti delle Regioni, soprattutto per quanto riguarda la riorganizzazione dell’assistenza territoriale. Agli osservatori esperti risulta palese la contraddizione fra quanto ufficialmente espresso dalla Conferenza e quanto messo in atto dalle singole realtà.
E’ evidente da parte della maggioranza delle Regioni una delega in bianco a una minoranza di esse riguardo la riorganizzazione dell’assistenza primaria, dai cui lavori traspaiono ipotesi di programmazione che minerebbero sostanzialmente il rapporto fiduciario fra medico di medicina generale e assistito, ponendo come interlocutore diretto del cittadino l’Azienda e la sua struttura a gestione pubblica. Un orientamento – conclude Milillo – che riteniamo molto più grave per la sostenibilità del SSN di qualunque sottofinanziamento”.