
L’economia europea è in ripresa, le prospettive future di crescita sono incoraggianti non solo per l’area euro ma per l’intera UE, la disoccupazione è ai minimi storici dallo scoppio della crisi. E’ quanto hanno riconosciuto i leader dei 27 paesi nel corso del Consiglio europeo tenutosi il 9 e 10 marzo scorsi.
Tra i principali punti in agenda e discussi ci sono state misure per favorire crescita, occupazione e competitività dell’Unione a 27. I capi di Stato e di governo europei hanno concordato sulla necessità di proseguire lungo il percorso riformistico intrapreso, impegnandosi con interventi strutturali volti a promuovere gli investimenti, consolidare i conti pubblici e a combattere la disoccupazione laddove è più consistente.
Azioni concrete basate su priorità condivise per rafforzare l’industria europea, stimolare l’innovazione digitale e il settore dei servizi, con l’obiettivo di realizzare un mercato unico efficiente e rafforzato entro il 2018, senza trascurare la dimensione sociale della crescita. Nel corso dell’appuntamento del prossimo giugno i 27 leader prenderanno in considerazione i progressi raggiunti.
I partecipanti hanno inoltre approvato le priorità dell’Analisi annuale della crescita, invitando gli Stati a tenerne conto nell’elaborazione dei loro futuri programmi di riforma nazionali e le raccomandazioni sulla politica economica dell’area euro.
Il confronto tra i leader ha riguardato anche la proposta avanzata e condivisa dai 17 Stati membri di istituire un Ufficio del Procuratore pubblico europeo, uno strumento concepito allo scopo di semplificare le indagini sui casi di corruzione e frodi che riguardano l’utilizzo dei fondi europei attraverso una struttura centralizzata a livello comunitario. Tuttavia, considerate le divergenze emerse tra i vari paesi, è stata suggerita l’applicazione della “cooperazione rafforzata”, che, come prevedono i Trattati europei, con il consenso di almeno nove Stati membri consente a quelli che lo reputano opportuno di cooperare in un determinato settore lasciando ai dissidenti la possibilità di restarne fuori.
Sul tema l’Italia chiede un rafforzamento dei poteri dell’Ufficio e l’estensione del suo ambito di competenza anche ad altre indagini, incluse quelle che riguardano il crimine organizzato.