Il Jobs Act sbarca in Senato

Depositato il disegno di legge delega che ridisegna il sistema degli ammortizzatori sociali. Dalle tutele crescenti al salario minimo. Ecco il testo Tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei
Depositato il disegno di legge delega che ridisegna il sistema degli ammortizzatori sociali. Dalle tutele crescenti al salario minimo. Ecco il testo

Tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori; razionalizzazione della normativa in materia di integrazione salariale; semplificazione delle procedure amministrative e riduzione degli oneri non salariali del lavoro per i soggetti espulsi dal mercato del lavoro e per quelli che usufruiscono di ammortizzatori sociali. Sono gli obiettivi del disegno di legge “Delega al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità ed alla conciliazione”, depositato il 3 aprile scorso al Senato. 

Il Jobs act si compone di sei articoli e impegna il governo ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge uno o più decreti legislativi finalizzati al riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali, tenuto conto delle peculiarità dei diversi settori produttivi. Su questo fronte il governo dovrà attenersi a una serie di principi e criteri direttivi che prevedono, tra l’altro, l’impossibilità di autorizzare le integrazioni salariali in caso di cessazione di attività aziendale o di un ramo di essa; la rimodulazione dell’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), a partire dall’universalizzazione delle tutele che dovranno ricomprendere i lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa.

Sul fronte dei servizi per il lavoro e le politiche attive, la delega punta a razionalizzare gli incentivi alle assunzioni esistenti e quelli per l’autoimpiego e autoimprenditorialità. Viene prevista poi la costituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione che, oltre al coinvolgimento delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo e intervento, dovrà gestire i servizi per l’impiego, le politiche attive e l’assicurazione sociale.

Altro capitolo è dedicato ai rapporti di lavoro. L’obiettivo del governo è quello di razionalizzare e semplificare le procedure e degli adempimenti connessi con la costituzione e la gestione del rapporto di lavoro. Tra le misure previste, anche l’eliminazione e la semplificazione, anche mediante norme di carattere interpretativo, delle norme  interessate da rilevanti contrasti interpretativi, giurisprudenziali o amministrativi. Nel jobs act grande spazio anche al riordino delle forme contrattuali.

L’obiettivo del governo è quello di rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che  sono in cerca di occupazione, e di riordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli più coerenti con le attuali esigenze del contesto occupazionale e produttivo. A cominciare dal compenso orario minimo, applicabile  a tutti i rapporti aventi ad oggetto una prestazione di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, fino alla possibilità di estendere il ricorso a prestazioni di lavoro accessorio per le attività lavorative discontinue e occasionali, in tutti i settori produttivi, attraverso la elevazione dei limiti di reddito attualmente previsti. La delega punta poi a individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esistenti, ai fini di poterne valutare l’effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo nazionale e internazionale. 

Spazio anche alla maternità e alle politiche di conciliazione. In questo ambito, il ddl prevede una ricognizione delle categorie di lavoratrici beneficiarie dell’indennità di maternità, nella prospettiva di estendere, eventualmente anche in modo graduale, tale prestazione a tutte le categorie  di donne lavoratrici; e l’introduzione del tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito complessivo della donna lavoratrice, e armonizzazione del regime delle detrazioni per il coniuge a carico.