
Nell’Unione europea, nel corso del 2014, 159,5 miliardi di euro d’imposta sul valore aggiunto sono andati perduti. Il divario dell’IVA più alto in cifre assolute è stato registrato in Italia, dove ammonta a 36,9 miliardi, mentre il più basso è quello del Lussemburgo con 147 milioni. In termini percentuali, la differenza tra le entrate IVA previste e quelle effettivamente riscosse, varia da un picco del 37,9% in Romania ad un minimo dell’1,2% in Svezia.
Secondo Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, il regime attuale è deplorevolmente debole di fronte ai problemi delle frodi e degli errori di calcolo in ambito IVA. Il Commissario ha quindi invitato gli stati membri a dare seguito al più presto al piano d’azione sull’IVA, presentato dalla Commissione nell’aprile 2016, e giungere ad un accordo sul regime unionale. Il piano d’azione delinea un percorso per modernizzare le attuali norme IVA dell’UE, prevedendo soluzioni strategiche a lungo termine per eliminare le frodi, migliorando la riscossione dell’imposta a livello europeo e creando di uno spazio europeo dell’IVA. Nel 2017 la Commissione presenterà proposte legislative volte a ristabilire il principio d’imposizione dell’IVA sugli scambi transfrontalieri all’interno dell’UE: secondo le stime, il nuovo sistema dovrebbe ridurre le frodi transfrontaliere del’80%.