Il governo prima annuncia generali modifiche alle procedure legate al lavoro, poi le rende obbligatorie all’improvviso, con decisioni unilaterali senza alcun tipo di confronto. È successo nelle scorse ore con la procedura di comunicazione del lavoro intermittente: ieri il ministero con una nota di poche righe ha informato che non sarebbe stato più possibile usare il fax ma solo Pec, email, sms e il portale cliclavoro.gov.it. «La disposizione non ha avuto alcun preannuncio, alcun confronto preventivo né, ancor decisamente più grave, alcuna motivazione a sostegno della stessa», denuncia Francesco Longobardi, presidente dell’Associazione nazionale consulenti del lavoro, il sindacato unitario di categoria.
Non si tratta della decisione in sé, ma del metodo: ogni modifica procedurale dovrebbe richiedere un’adeguata e tempestiva informazione a chi poi la deve applicare, perché ogni nuova modifica impone nuova formazione, quindi un carico di lavoro aggiuntivo per tutte quelle professioni coinvolte nella gestione delle risorse umane di un’azienda, in primo luogo i consulenti del lavoro. Proprio a novembre il ministro Fornero, incontrando la categoria riunita in congresso straordinario, aveva assicurato una più stretta collaborazione con i consulenti del lavoro, soprattutto per gli aspetti tecnici della riforma che riguardano la sua applicazione, in quanto essi come professionisti rappresentano il vero anello di congiunzione fra legislazione e impresa. «Invece – conclude Longobardi – il ministro in liquidazione ora decide da sola, senza alcun sostegno, audizione, consultazione delle parti protagoniste della riforma».
L’Ancl: Decisione unilaterale, dov’e’ finito il confronto promesso dal ministro?. Di seguito il comunicato dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro
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