Il 27 giugno 2025, a Bruxelles, nella sede della Delegazione della Regione Emilia-Romagna presso l’Unione europea, si è tenuto l’evento “L’Europa dei Talenti – Migrazioni qualificate: iniziative europee e buone pratiche nazionali”, promosso da GIURI-URC e focalizzato su uno dei temi più cruciali per il futuro dell’Unione: attrarre e trattenere competenze qualificate, in risposta a una crescente carenza di forza lavoro e al rallentamento demografico.
Un incontro intenso e articolato, che ha visto protagonisti rappresentanti della Commissione europea e delle istituzioni italiane, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra livelli di governance e condividere strumenti e pratiche per rendere l’Europa una destinazione competitiva per i talenti globali.
Ad aprire i lavori, Lorenza Badiello (Regione Emilia-Romagna) ha ricordato il contesto drammatico segnalato dal Rapporto Draghi: “Ogni anno l’Europa perde due milioni di lavoratori per ragioni demografiche legate all’invecchiamento”. Il rilancio passa da strumenti concreti come la EU Talent Pool, i Talent Partnerships, e la nuova iniziativa “Choose Europe”.
Mattia Ceracchi, a nome di GIURI, ha posto l’accento sul ruolo del bilancio europeo e dei programmi Horizon: “Dal 2014, grazie alle Marie Curie Actions, il numero di ricercatori e dottorandi è cresciuto significativamente, ma ora serve andare oltre”.
Nel videomessaggio istituzionale, il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla ha sottolineato il ruolo pionieristico della regione: “La prima legge in Italia sull’attrazione dei talenti è emiliana. Ora serve fare dell’Europa un luogo desiderabile per vivere, formarsi e innovare”.
Il primo panel – “La strategia UE per l’attrazione dei talenti”, ha dato voce a tre rappresentanti chiave della Commissione europea. Magda De Carli (DG RTD) ha tracciato un quadro delle misure europee a sostegno della ricerca e della mobilità: “La carenza di ricercatori è un ostacolo alla competitività: in UE solo l’1% della forza lavoro è impiegato nella ricerca”. Tra le iniziative, EURAXESS, il fondo pensione RESAVER, il framework ResearchComp, ma soprattutto il progetto Choose Europe for Science: “L’Europa deve diventare il miglior posto al mondo per fare scienza, offrendo opportunità, sicurezza e supporto”.
Viola Rimondini (DG HOME) ha illustrato l’impianto legislativo che regola la migrazione legale, puntando l’attenzione sulla EU Talent Pool, in fase di negoziazione: una piattaforma volontaria per favorire l’incontro tra lavoratori qualificati da Paesi terzi e datori di lavoro UE, con lancio previsto nel 2028.
Infine, Agnese Pantaleoni (DG MENA) ha presentato il programma THAMM+, volto a facilitare la mobilità legale dai Paesi del Nord Africa (Tunisia e Marocco in particolare) verso Italia, Germania, Belgio e Francia: “Il coinvolgimento di aziende e istituzioni è cruciale per il successo dei percorsi di formazione, assunzione e integrazione”.
Il secondo panel – “Esperienze dall’Italia”, ha esplorato il punto di vista nazionale e locale. Mario Giacobini (Università di Torino) ha proposto strumenti innovativi per il mondo accademico: “Serve una laurea europea, per rendere l’esperienza formativa un vero driver attrattivo”.
Gabriele Marzano ha ricordato la legge regionale emiliana del 2023: “Non bastano i benefici economici, serve un ecosistema: dai servizi pubblici agli asili nido, per attrarre anche le famiglie”.
Dal fronte delle imprese, Fabio Pizzino (Unioncamere) ha presentato i risultati del progetto Futurae, con 66 imprese costituite da migranti, in gran parte donne: “La formazione e il mentoring funzionano: creano occupazione e valore sociale”.
Silvia Visciano, Regione Puglia, ha testimoniato l’adozione di un modello “bottom-up” ispirato all’Emilia-Romagna, mentre Luca Rizzo Nervo ha evidenziato il paradosso tra rigidità normativa e necessità imprenditoriale: “Serve coadiuvare il sistema delle imprese per trasformare i flussi in opportunità”.
L’evento si è concluso con un forte messaggio di cooperazione tra istituzioni europee, governi nazionali e realtà regionali, per costruire un’Europa capace non solo di trattenere i propri cervelli, ma anche di attrarre talenti globali. Un’Europa che non si limiti a competere, ma che proponga un modello basato su diritti, qualità della vita e innovazione.
Il prossimo appuntamento è fissato per il 3 luglio, con un focus sul dossier Education a cura di Maria Palladino.
“Valorizzare le specificità europee, anche nei dottorati non STEM, è la chiave: l’Europa è la culla della cultura, e può esserlo anche dell’innovazione” – ha ribadito Marzano, lasciando aperto il cammino verso una vera “Unione dei Talenti”.
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