Liberi professionisti, Confprofessioni: Cresce il peso delle donne, ma i divari restano

Pubblicato il nuovo report dell’Osservatorio delle Libere Professioni. In Italia, tra il 2009 e il 2024, il comparto libero professionale ha registrato un incremento di circa 230mila unità (+20%), trainato soprattutto dalla componente femminile (+58,4%). Il Mezzogiorno guida la classifica nazionale per l’aumento di professionisti datori di lavoro. Il presidente Natali: "Segnali incoraggianti, ma serve puntare su competenze, parità di genere e nuovi modelli organizzativi per consolidare i risultati”

Il mondo delle libere professioni in Italia continua a cambiare volto, ma le trasformazioni in atto mettono in luce anche evidenti criticità. A tracciarne il quadro è il nuovo report dell’Osservatorio delle Libere Professioni di Confprofessioni, che analizza l’evoluzione del settore tra il 2009 e il 2024.

La ricerca rivela che negli ultimi quindici anni, nonostante la pandemia da Covid-19 abbia interrotto una lunga fase espansiva, il settore ha registrato un incremento di circa 230mila unità (+20%), trainato soprattutto dalla componente femminile (+58,4%), rispetto al +5% degli uomini.

Tuttavia, tra il 2019 e il 2024 si osserva una flessione del 3,4% nel numero complessivo di professionisti, che passano da 1,427 a 1,378 milioni. L’unica area in controtendenza è il Mezzogiorno, con un aumento del 6,6%, trainato dalla crescita femminile (+11,4%).

Nel 2024 le professioniste superano per la prima volta i livelli pre-pandemia, raggiungendo quota 510mila, ma rappresentano ancora solo il 37% del totale. A livello territoriale, il Nord Ovest mostra la maggiore incidenza femminile (40,2%), mentre il Mezzogiorno si conferma in ritardo (33%).

«Il dinamismo delle professioniste italiane rappresenta un segnale importante per l’evoluzione del comparto. Tuttavia, non possiamo ignorare che le disparità di accesso e di reddito tra uomini e donne restano ancora molto marcate», ha dichiarato il presidente di Confprofessioni, Marco Natali.

Significativa anche la trasformazione organizzativa: cresce la quota di professionisti con dipendenti, passata dal 14,2% del 2019 al 17,6% nel 2024. Il trend è trasversale: riguarda sia gli uomini (dal 17,0% al 19,7%) che le donne (dall’11,3% al 13,9%). In particolare, il Mezzogiorno, che nel 2019 registrava la quota più bassa, nel 2024 conquista il primato, superando il Nord.

Secondo l’Osservatorio, tale crescita è frutto sia di un aumento delle strutture organizzate che della maggiore resilienza delle realtà professionali con personale alle dipendenze. Il ruolo delle donne si rivela sempre più rilevante, soprattutto nel Centro Italia, dove la quota di datrici di lavoro ha raggiunto il 17%.

«Il rafforzamento della presenza femminile e la crescita dei professionisti datori di lavoro, specie nel Mezzogiorno, sono segnali incoraggianti», ha aggiunto Natali. «Ma è necessario consolidare questi risultati con interventi strutturali che tengano conto delle diversità territoriali e delle specificità del settore. Serve una strategia nazionale che favorisca l’empowerment femminile nella libera professione, con incentivi mirati alla crescita organizzativa e all’innovazione negli studi professionali».

«Le libere professioni possono essere un motore di sviluppo sostenibile per l’intero Paese, ma solo se mettiamo al centro la valorizzazione delle competenze, la parità di genere e un rinnovato modello organizzativo», ha concluso Natali.

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