Pandemia, professionisti in aumento solo al Centro-Sud

L’Osservatorio delle libere professioni pubblica i primi dati, relativi al 2020, sulle dinamiche economiche e occupazionali nelle regioni italiane

In Italia e in tutte le ripartizioni si assiste, nel periodo 2011-2020, ad un calo degli indipendenti che evidenzia la crisi del lavoro autonomo tradizionale. Infatti, tale contrazione è legata alla riduzione dei lavoratori autonomi e degli altri lavoratori indipendenti. Di converso, in tutte le aree considerate risultano in aumento sia i liberi professionisti sia gli imprenditori ad eccezione di quest’ultima categoria nel Nord Ovest.

L’andamento di lungo periodo (2009-2020) evidenzia una crescita generalizzata dei liberi professionisti con la sola eccezione della Liguria, in cui il numero di professionisti rimane pressoché stabile. Analizzando il 2020, le regioni che hanno subito il calo più forte nel numero di tali lavoratori sono la Valle d’Aosta (-20,7%), la Calabria (-10,6%) e il Friuli Venezia Giulia (-9,2%) mentre in alcune si registra una crescita: ad eccezione del Trentino Alto Adige, l’aumento dei professionisti riguarda esclusivamente regioni del Centro-Sud che risultano meno colpite dagli effetti della pandemia.

Confrontando i redditi e assumendo l’Italia come base di calcolo, si nota come tutte le regioni del Mezzogiorno e del Centro presentano valori minori della media italiana sia per quanto riguarda i redditi dei professionisti non ordinistici iscritti alla Gestione Separata Inps sia per i redditi dei professionisti ordinistici iscritti alle Casse private (AdEPP) ad eccezione, per questi ultimi, del Lazio. Nel Nord valori inferiori alla media italiana sono presenti in Valle d’Aosta per entrambi i gruppi e in Liguria per i soli professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps.

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