Valore aggiunto e occupati: uno studio sulla produttività del lavoro

I dati di fonte Istat relativi alla variazione congiunta nel periodo 2011-2019. Dal Bollettino n.2 di aprile 2023 a cura dell’Osservatorio delle libere professioni

I dati del presente approfondimento (fonte Istat) riportano l’analisi sviluppata in merito a valore aggiunto e numero di occupati di cui si è osservata la variazione congiunta nel periodo 2011-2019.

La Tabella 1 mostra le branche di attività economica in cui si assiste a variazioni positive sia per il valore aggiunto sia per il numero di occupati. La crescita maggiore di entrambi gli aggregati è per “Attività di ricerca, selezione, fornitura di personale” per la quale si registra un +80,7% per il valore aggiunto e +110,5% per il numero di occupati, seguita da “Attività di noleggio e leasing” che risulta la seconda se si osserva la variazione degli occupati (+43,3%) e da “Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi” se si osserva invece il valore aggiunto (43,4%). La crescita di tale settore è accompagnata da un aumento più contenuto del numero di occupati; ciò è spiegato dall’introduzione di automatismi che permettono quindi di accrescere il valore aggiunto senza richiedere manodopera aggiuntiva.

La Tabella 2 mostra le attività in cui si è registrato un calo per il valore aggiunto e una crescita per il numero di occupati. Numerose sono le attività economiche legate al settore dei servizi in cui si registra tale dinamica, in particolare, un forte calo del valore aggiunto si osserva in “Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore, attività di programmazione e trasmissione” ( -31,6%) e “Attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator e servizi di prenotazione e attività correlate” (-22,1%); si tratta di attività che subiscono sicuramente l’impatto della digitalizzazione. Una crescita più sostenuta del numero di occupati si registra per “Altre attività professionali, scientifiche e tecniche, servizi veterinari” (+23,7%) e “Attività ausiliare dei servizi finanziari e delle attività assicurative” (+21,0%); settori legati al mondo libero professionale.

La Tabella 3 riporta i dati relativi alle variazioni negative per entrambi gli aggregati. Si nota una prevalenza maggiore di attività economiche relative al settore dell’industria; le più colpite presentano un peso del valore aggiunto più basso. Un settore che presenta un peso maggiore del valore aggiunto e in cui si assiste ad un calo importante di entrambi gli aggregati è “Costruzioni” (-20,0% per il valore aggiunto e -27,5% per numero di occupati); attività economica fortemente in crisi.

Infine, la Tabella 4 mostra le attività economiche in cui cresce il valore aggiunto e cala il numero di occupati. Si osserva come questa dinamica coinvolga un minor numero di branche di attività economica; il calo più drastico per gli occupati si nota in “Industria estrattiva” (-35,8%), anche in questo caso è chiaro l’inserimento di nuove tecnologie capaci di sostituire l’azione dell’uomo portando a una maggiore produttività.

TABELLE Valore aggiunto e occupati_un’analisi sulla produttività del lavoro