Incentivare i liberi professionisti nel processo verso la transizione digitale ed ecologica, stabilizzare le agevolazioni fiscali in materia di welfare integrativo e premi di risultati e proseguire il percorso di riduzione delle aliquote Irpef anticipata dal Governo. Sono alcune delle osservazioni presentate oggi da Confprofessioni alle commissioni bilancio di Camera e Senato durante l’audizione sulla manovra di bilancio per il 2025, sottolineando la preoccupazione di non compromettere le misure per la crescita, in particolare sull’assenza di risorse per la medicina convenzionata.
«Il mondo delle professioni guarda con attenzione al nuovo sistema degli incentivi che dovrà includere strumenti di sostegno al settore dei servizi professionali», ha dichiarato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, al termine dell’audizione. «Il settore delle professioni è chiamato all’impegnativo passaggio verso l’aggregazione, ed è pienamente coinvolto nella duplice transizione digitale ed ecologica. Senza un adeguato sistema di incentivi, si rischia di ritardare l’adeguamento tecnologico, dimensionale, di competenze del personale, e i processi di aggregazione tra professionisti». In questa prospettiva, è necessario accelerare l’attuazione dei decreti “Autoimpiego Centro-Nord” e “Resto al Sud 2.0” che, secondo Confprofessioni «rappresentano misure di assoluto interesse per il settore degli studi professionali, favorendo l’avviamento di nuove attività di lavoro autonomo e contribuendo a contrastare la tendenza all’abbandono della libera professione».
Sul fronte fiscale, Confprofessioni sottolinea la necessità di stabilizzare le agevolazioni fiscali in materia di welfare integrativo e premi di risultato, per sostenere la crescita dei salari, incentivare la produttività del lavoro e consentire una migliore programmazione dei costi del personale da parte dei datori di lavoro liberi professionisti. Positiva, dunque, l’applicazione dell’aliquota Irpef ridotta al 5% sui premi di risultato, e l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale per i fringe benefit. Più critica, invece, la posizione della Confederazione sulla sanità pubblica e all’assenza di risorse per la medicina convenzionata. «Il territorio è sempre meno presidiato da medici e la situazione è destinata a peggiorare, dal momento che sempre meno giovani laureati scelgono la medicina generale», ha concluso Stella. «Non si può, da un lato perseguire il potenziamento della medicina territoriale previsto dal Pnrr e, dall’altro, abbandonare a sé stessi i medici che operano sul territorio».