“L’Italia dei Professionisti, un Paese migliore”. Il 14 settembre scorso le vele di Confprofessioni campeggiavano sullo sfondo della sala Giada dell’Hotel Bernini Bristol a Roma, dove la Confederazione italiana delle libere professioni ha chiamato a raccolta i tutti i partiti politici per presentare l’agenda programmatica per la prossima legislatura, nella prospettiva dei professionisti. Un accurato e approfondito documento politico che fissa le priorità economiche e sociali del Paese e delle libere professioni, alla luce dell’attuale emergenza economica ma anche in una visione politica e strategica di lungo periodo.
Uno scenario economico preoccupante. «La XIX legislatura nasce in un contesto economico e sociale drammatico. La pandemia prima e il conflitto in Ucraina hanno destabilizzato la nostra economia. L’emergenza energetica, insieme alla fiammata dell’inflazione mette a rischio la tenuta del potere d’acquisto delle famiglie e delle filiere produttive, in un quadro macroeconomico segnato da un preoccupante rallentamento dell’economia e aggravato da un divario sociale e territoriale sempre più profondo», ha affermato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, aprendo il tavolo di confronto con la politica. «Guardiamo con estrema preoccupazione a questo scenario sociale ed economico, che genera profonda incertezza. Il nostro Paese è attraversato da complesse trasformazioni sociali che impattano sul mercato del lavoro e sulla tenuta del sistema previdenziale italiano. Il tasso di natalità in Italia non garantisce un ricambio di popolazione in equilibrio e il declino demografico strutturale è destinato a ridisegnare nei prossimi anni il profilo della forza lavoro. Si tratta di questioni cruciali per la tenuta socioeconomica del Paese che impongono una visione politica di lungo periodo, tesa a favorire la nascita di nuove iniziative economiche e lo sviluppo di innovativi modelli occupazionali in grado di aumentare la produttività e assicurare una prospettiva di benessere alle famiglie e soprattutto alle nuove generazioni».
Per tutte queste ragioni, il presidente di Confprofessioni lancia l’appello a tutti i liberi professionisti di esprimere liberamente la propria scelta, andando a votare il prossimo 25 settembre. «Confprofessioni non fa campagna elettorale per alcun partito», sottolinea Stella, «ma la fase politica, sociale ed economica che sta attraversando il Paese richiede un alto senso civico verso le istituzioni e verso la democrazia, che non può venir meno da parte dei professionisti».
Un parterre di livello. Tanti i temi politici e professionali presentati nell’open day di Confprofessioni, che ha richiamato a Roma l’attenzione di numerosi parlamentari chiamati a confrontarsi sui temi dell’agenda politica della Confederazione: Alfredo Maria Becchetti (Lega), Maria Domenica Castellone (Movimento 5 Stelle), Andrea De Bertoldi (Fratelli d’Italia), Federico Freni (Lega), Mariastella Gelmini (Azione), Chiara Gribaudo (Partito democratico), Valentina Grippo (Azione), Angela Ianaro (Partito democratico), Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia), Ylenia Lucaselli (Fratelli d’Italia), Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), Andrea Mandelli (Forza Italia), Simonetta Matone (Lega), Fiammetta Modena (Forza Italia), Marta Schifone (Fratelli d’Italia), Erika Stefani (Lega).
Un format che è stato replicato in ogni regione, dove le delegazioni territoriali della Confederazione hanno organizzato eventi e incontri con oltre 100 candidati delle diverse circoscrizioni, coinvolgendo numerosi politici: da Giulio Tremonti (Fratelli d’Italia) e Matteo Salvini in Lombardia ad Andrea Orlando e Enrico Letta (Partito democratico) in Sardegna, da Antonio Tajani (Forza Italia) in Campania a Paolo Tosato (Lega) e Adolfo Urso (Fratelli d’Italia) in Veneto, da Clemente Mastella (Noi di Centro) in Molise ad Antonio De Poli (Noi moderati) nella Marche…
Dalle promesse all’impegno. Dall’open day di Roma, Confprofessioni capitalizza l’impegno dei candidati, ognuno con le proprie sfumature, ad attuare nella prossima legislatura numerose proposte dell’agenda dei professionisti: dall’emergenza energetica alla valorizzazione delle attività professionali per la messa a terra del Pnrr; dalla riforma fiscale al taglio del costo del lavoro, facendo leva sulla detassazione degli aumenti contrattuali; dal preoccupante calo dei neolaureati nella libera professione al riordino degli incentivi teso a una piena equiparazione tra imprese e professionisti, dalla promozione dei processi aggregativi e multidisciplinari tra professionisti fino all’equo compenso.
Che cosa hanno detto i canditati. Alle sollecitazioni del presidente Stella di mettere in campo un piano straordinario per fronteggiare l’emergenza energetica ha risposto il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, specificando che: «Per contrastare il caro energia serve un meccanismo di compensazione, sul modello della Brexit, e un tetto al prezzo del gas per fermare la speculazione feroce e capire perché alcune Nazioni come la Germania, che blocca il price cap, paghino l’energia di meno rispetto all’ Italia». Mentre Maria Domenica Castellone (Movimento 5 Stelle) pone l’accento sulla necessità di «investire nelle energie rinnovabili per garantirci l’indipendenza dalla Russia e dalle fonti fossili».
Pnrr priorità assoluta. Altro tema caldo emerso dal “confronto aperto con la politica” è l’attuazione del Pnrr: «una condizione imprescindibile per elaborare ulteriori politiche di sostegno alla crescita economica e sviluppo sociale», ha sottolineato Stella. Seppur tra molti distinguo e puntualizzazioni, il Pnrr sarà un tema centrale nella prossima legislatura. Lo ha detto Angela Ianaro (Partito democratico) chiarendo che «Il Pnrr è un punto di partenza per il nostro Paese. Abbiamo troppo da recuperare anche in ambito sanitario e la pandemia ce lo ha dimostrato». Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia, secondo il quale «il Pnrr è uno strumento fondamentale per rilanciare il Paese e i professionisti sono risorse necessarie per competenze e capacità»; mentre Mariastella Gelmini (Azione) vede nel Pnrr «uno strumento per sostenere i professionisti nel processo di digitalizzazione e aggregazione». Senza dimenticare che «serve una riforma della giustizia strutturale per ridare agilità al sistema ed è un obiettivo del Pnrr», come ha ricordato il sottosegretario al Mef, Federico Freni (Lega).
Un freno alla fuga dei giovani dal lavoro professionale. Se la legge sull’equo compenso, epurata dalle distorsioni che finora ne hanno impedito l’approvazione (sanzioni disciplinari a carico dei professionisti e convenzioni standard in deroga ai parametri ministeriali), sarà uno dei primi temi all’ordine del giorno della prossima legislatura, come sostengono all’unisono Andrea Mandelli (Forza Italia), Francesco Lollobrigida e Marta Schifone (Fratelli d’Italia); il presidente di Confprofessioni ha richiamato le forze politiche sull’urgenza di riportare i giovani nella libera professione. «Negli ultimi anni abbiamo registrato un flusso crescente di neolaureati verso forme di lavoro dipendente e, contestualmente, un preoccupante calo di iscritti agli albi professionali, soprattutto nell’area tecnica e legale» ha detto Stella. «Le ragioni le conosciamo bene: redditi in calo, una fiscalità penalizzante e una burocrazia asfissiante. Quello che chiediamo al prossimo Governo è un piano choc per favorire l’occupazione giovanile nella libera professione, per non disperdere quel patrimonio di competenze economiche, tecniche, scientifiche e culturali che hanno sostenuto il sistema produttivo e sociale del Paese».
Il piano choc di Confprofessioni. Il piano di Confprofessioni è molto articolato e investe le università che devono programmare nuovi corsi di laurea più aderenti ai trend del mercato del lavoro; la politica che deve individuare interventi, strumenti e sostegni mirati che favoriscano l’inclusione delle nuove generazioni nel mercato del lavoro; nuovi modelli formativi per lo sviluppo di competenze tecniche, iper-specializzazione e soft skill; accesso agevolato al credito, incentivi per le start up professionali e le nuove tecnologie digitali, credito d’imposta sugli investimenti in beni strumentali, tutele di welfare contrattuale e politiche che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Su questo fronte c’è l’impegno di Chiara Gribaudo (Partito democratico), secondo la quale «Serve un percorso di formazione moderno con modelli organizzativi facilitati per le start up e neutralità fiscale per favorire l’accesso alla professione». Anche Alfredo Becchetti (Lega) ha insistito sulla necessità di dare una opportunità ai giovani, garantendo incentivi per la formazione, le start up e l’avvio della professione». «Un modo per combattere la precarietà e incentivare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro», gli ha fatto eco Maria Domenica Castellone; oppure come ha detto Valentina Grippo (Azione): «Così come abbiamo fatto con Impresa 4.0 e Industria 4.0, facciamo anche Professionisti 4.0. La parola chiave è semplificazione».
Valorizzare le forze sociali. In conclusione dell’open day l’intervento del ministro per le disabilità Erika Stefani tira le fila della giornata sottolineando che «Siamo in un momento di grande trasformazione, occorre un maggior raccordo tra professioni e istituzioni nel processo legislativo, valorizzando il ruolo della rappresentanza delle professioni». Parole condivise dal presidente Stella che conclude: «Si tratta ora di passare dalle promesse elettorali a un chiaro impegno di Governo e Parlamento per superare la stagione delle politiche emergenziali e avviare una nuova fase strategica di lungo periodo della nostra economia, anche attraverso politiche mirate sulle libere professioni, portando avanti il dialogo e il confronto con le forze sociali nell’interesse comune dello sviluppo del Paese».