Giovani, la vera emergenza

Il numero dei neolaureati che sceglie la libera professione è costantemente in calo a favore del lavoro dipendente. Per evitare di disperdere il patrimonio di competenze che da sempre ha sostenuto il sistema produttivo e sociale italiano, serve un piano straordinario di ampio respiro, che parta dalla riorganizzazione dei corsi di laurea. Ma vanno anche ripristinate condizioni di parità tra il lavoro autonomo e dipendente

di Nadia Anzani, da il Libero Professionista Reloaded #7

Riportare i giovani a scegliere la libera professione. Questa la sfida più urgente e importante che il mondo del lavoro autonomo dovrà affrontare nei prossimi mesi con l’aiuto delle istituzioni e del sistema universitario.
Negli ultimi anni, infatti, sono costantemente aumentati i neolaureati che hanno optato per forme di lavoro dipendente, contestualmente è calato il numero di iscritti agli albi professionali, soprattutto nell’area tecnica e legale. L’allarmante conferma arriva dai numeri dell’Osservatorio sulle libere professioni redatto ogni anno da Confprofessioni, in base al quale i giovani che hanno ottenuto l’abilitazione per la libera professione è passato da 59.865 del 2010 ai 49.843 del 2019, registrando un crollo di oltre il 16%. Entrando poi nello specifico possiamo evidenziare che tra il 2011 e il 2020 il numero di ingegneri dipendenti è cresciuto di oltre il 35%, mentre chi svolge l’attività in forma indipendente è calato dell’1,6%. Stesse dinamiche si registrano nell’area di architettura e in quella legale, dove nello stesso periodo il numero di avvocati nella sfera delle attività “dipendenti” è cresciuto del 23%, mentre in quella autonoma solo del 10%.

Le ragioni

Numerose le motivazioni alla base di questo trend, ma tutte strettamente correlate alle condizioni in cui versa oggi la libera professione. Redditi in continua contrazione, fiscalità penalizzante e una burocrazia asfissiante spostano inevitabilmente l’ago della bilancia verso forme di lavoro dipendente. Non è un problema che riguarda solo il mondo professionale, ma un’emergenza che investe l’intero Paese, già oggi costretto a importare liberi professionisti dall’estero, come dimostra la recente decisione della Regione Calabria di assumere 497 medici cubani per far fronte alla carenza di personale negli ospedali. Un piano choc per l’occupazione «Proprio per questo al nuovo Governo chiediamo l’impegno di varare un piano choc per favorire l’occupazione giovanile nella libera professione, per non disperdere quel patrimonio di competenze economiche, tecniche, scientifiche e culturali che da sempre sostengono il sistema produttivo e sociale del Paese», ha commentato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, a latere della presentazione del documento “Professionisti per l’Italia” che si è tenuta lo scorso 14 settembre a Roma. «Quello di cui il sistema Paese ha bisogno è di un programma straordinario di ampio respiro che, partendo dalle università e dalla necessità di programmare nuovi corsi di laurea più aderenti ai trend del mercato del lavoro e alle mutate esigenze della società, miri a favorire e agevolare l’inserimento di giovani neolaureati nella realtà della libera professione, individuando interventi, strumenti e sostegni mirati che favoriscano l’inclusione delle nuove generazione nel mercato del lavoro».

Più tutele per i lavoratori autonomi
Tutto ciò si traduce in nuovi modelli formativi per lo sviluppo di competenze tecniche; iper-specializzazione e soft skill; accesso agevolato al credito; incentivi per le start up professionali e nuove tecnologie digitali; credito d’imposta sugli investimenti in beni strumentali, tutele di welfare contrattuale e politiche che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Sono solo alcune delle misure che possono creare un ambiente favorevole per attrarre le nuove leve verso la libera professione. A monte, infatti, occorre risolvere altre annose questioni che si trascinano da troppo tempo e ripristinare le condizioni di parità tra il lavoro
autonomo e dipendente, incrementando le tutele dei soggetti meno garantiti e rimuovendo tutti i vincoli che impediscono al libero professionista di accedere agli incentivi e alle misure di sostegno previsti dal legislatore.

Lavoro indipendente in affanno
Numero di occupati dipendenti e indipendenti per livello di istruzione, media 2011-2012 e 2018-2019 e
variazione percentuale. Anni 2011, 2012, 2018 e 2019.
Fonte: VI Rapporto sulle libere Professioni in Italia