di Marina Elvira Calderone
Ministro del lavoro e delle politiche sociali
(da Il Libero Professionista Reloaded #29 “Prossima fermata…”)
Le professioni, sia quelle di natura ordinistica che quelle che non sono organizzate in ordini o collegi professionali, costituiscono per la loro stessa natura e funzione un’avanguardia del cambiamento in corso. Lo sono per il carattere autonomo della prestazione resa, per la funzione sussidiaria che sono chiamati ad esercitare ma, anche, per le domande poste loro da imprese, enti, cittadini.
Al tempo stesso, sono attraversate da alcuni fenomeni sistematici: un progressivo calo degli iscritti come conseguenza dell’andamento demografico, una maggiore presenza delle donne e la crescita della domanda delle professioni tecniche. E se la flessione nei numeri degli iscritti, avviatasi nel 2019, si sta riducendo — non da ultimo per l’aumento della domanda di competenze nel nostro mercato del lavoro -, la crescita della componente femminile è ormai una costante così come lo è la “professionalizzazione” delle aziende italiane, soprattutto quelle più innovative e competitive in settori affini alle stesse attività professionali.
Sono transizioni che si aggiungono alle altre che riguardano la società intera e il mondo del lavoro, in particolare; quella digitale, quella green e, come ricordato, quella demografica. In questo senso, l’attenzione del Governo verso il mondo del lavoro professionale e della sua evoluzione è costante e concreta per creare parallelismi tra lavoro autonomo e subordinato a livello di riconoscimento di diritti e tutele. Pensiamo per esempio all’Iscro, l’ammortizzatore per gli iscritti alla Gestione separata INPS, diventata strutturale dal 1° gennaio 2024. Oppure all’introduzione del principio di equiparazione tra imprese e professionisti ai fini dell’accesso agli incentivi o, ancora, ai diversi dispositivi introdotti nella delega fiscale utili per la semplificazione degli adempimenti del lavoro professionale.
Il fondo per l’autoimpiego
A breve, con la pubblicazione del decreto attuativo, sarà operativo il fondo nazionale per l’autoimpiego che, tra le altre, è rivolto all’avviamento di attività nel campo delle libere professioni, anche ordinistiche, da parte di giovani under 35. Si tratta di un intervento che mi sta particolarmente a cuore e che racchiude tra i suoi obiettivi il favorire quel passaggio generazionale di cui il settore del lavoro professionale ha bisogno. Questa fase di cambiamento richiede infatti che il ruolo dei professionisti sia rafforzato, come punto di riferimento qualificato nell’accompagnamento dell’economia italiana ad affrontare una transizione complessa che richiede consulenze articolate e specialistiche. In questo senso il Contratto collettivo nazionale del settore, sottoscritto quest’anno da Confprofessioni, rappresenta un punto di riferimento di fronte alle sfide indotte dai processi di trasformazione del lavoro e dal contesto socioeconomico nazionale ed internazionale.
L’impatto dell’AI
L’intelligenza artificiale è destinata ad avere un impatto molto significativo sulle professioni specialistiche ed intellettuali, in particolare sul mondo delle libere professioni. E la scelta di Confprofessioni di sottoscrivere la Rome Call for AI Ethics ne è la dimostrazione. Sono molti i cambiamenti che dovremo affrontare nei prossimi anni e che porteranno la consulenza professionale ad agire sempre meno nella gestione dei processi e degli adempimenti e sempre più nella capacità generativa, organizzativa e progettuale. Anche rispetto a questa rivoluzione, il mio auspicio è che il mondo delle professioni sappia continuare a rappresentare un presidio di qualità, di eccellenza, di legalità al servizio del nostro Paese.
Questa sfida ci spinge, tutti, verso una maggiore capacità di innovare e di agire con azioni di rete, verso una formazione che accompagni il singolo lungo tutto il corso della sua vita. Le opportunità potenziali sono molteplici; al centro deve restare, però, l’uomo. Un impegno che abbiamo assunto nella Dichiarazione finale del G7 dei Ministri del Lavoro e dell’Occupazione, sottoscritta a Cagliari.
L’etica del lavoro si realizza sempre di più nella capacità di gestire le tecnologie affinché migliorino la qualità del lavoro e della vita delle persone al lavoro. In questa direzione vogliamo che si orientino tutti gli sforzi.