In Italia la giustizia migliora e il nostro Paese si avvicina sempre di più alla media europea. E’ quanto dichiarato dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nella relazione sul sistema giudiziario italiano nel 2016. L’Italia è sempre più vicina all’Europa in tema di giustizia, dunque, ma secondo il ministro Orlandi si deve continuare a guardare al futuro e a pensare a strategie integrate sul piano europeo.
L’Italia, dunque, sta progredendo in fatto di giustizia, con una diminuzione delle cause civili e penali. Le cause civili, infatti, sono scese a 3 milioni e 800 mila, mentre tre anni fa erano oltre 5 milioni. Le cause penali, invece, sono scese del 7% e si attestano sui 3 milioni e 200 mila.
In carcere ci sono 54.653 detenuti, ossia 10 mila in meno rispetto al 2013. Non cambia, invece, la situazione della Cassazione che riceve comunque 30 mila nuovi procedimenti ogni anno.
Ciò che ha voluto sottolineare il ministro Orlando, però, non è tanto l’aspetto numerico dello stato della giustizia italiana, quanto il quadro di insieme della situazione che vede una sempre maggiore cooperazione con l’Europa, soprattutto per combattere il terrorismo, i problemi relativi al traffico di droga, di armi e di persone, la criminalità informatica e la contraffazione.
Orlando ha poi evidenziato come nel nostro Paese la Costituzione sia un’importante tutela dei diritti fondamentali, che permette un equilibrio fra difesa delle garanzie costituzionali ed esigenze di sicurezza.
Secondo il ministro della giustizia Orlando, molti sono i passi avanti in termini di giustizia fatti nel nostro Paese, come le unioni civili o l’assistenza ai disabili, ma anche l’indennizzo alle vittime di violenza e la legge sul caporalato.
Nonostante ciò, permangono le due questioni più dolenti della legislazione italiana: la prescrizione e le intercettazioni. Secondo il Guardasigilli, però, sulla prescrizione si è giunti a un punto di equilibrio tra l’esigenza di assicurare alla giurisdizione tempi congrui a svolgere l’attività di accertamento dei fatti di reato e quella di garantire la ragionevole durata del processo. Per quanto riguarda le intercettazioni, secondo Orlando si sta andando nella direzione giusta sulle eventualità del loro utilizzo, tanto che la loro diffusione è diminuita.
Sulla relazione con l’Associazione nazionale magistrati, Orlando ha affermato che nel confronto rimane soltanto la questione del pensionamento, ritendendo che vi sia una sproporzione tra le reazioni avute e l’oggetto del contendere, senza dimenticare che nel frattempo il governo e il presidente del Consiglio sono cambiati.