Il Comitato Economico e Sociale Europeo ha celebrato l’11 giugno 2025 la Giornata Europea delle Libere Professioni, dedicata quest’anno al dialogo tra innovazione tecnologica e professioni regolamentate. Il tema centrale è stato come l’Intelligenza Artificiale può coesistere ed evolversi insieme alle libere professioni, mantenendo al centro l’essere umano.
Dopo i saluti introduttivi di Rudolf Kolbe (EESC), la parola è passata a Ulrich Bodenhofer, Professore di Intelligenza Artificiale presso l’Università di Scienze Applicate dell’Oberösterreich, sede di Hagenberg, che ha ribadito l’importanza di un uso etico e responsabile dell’intelligenza artificiale. Bodenhofer ha ricordato come l’AI odierna, seppur evoluta, rimanga uno strumento atto alla pura assistenza e dunque incapace di sostituire l’intelligenza umana, soprattutto nelle professioni dove l’empatia e la responsabilità sono centrali. Il messaggio chiave del suo discorso è stato: “l’AI non è autosufficiente. Serve l’intelligenza umana per guidarla.”
L’evento, ha poi visto il susseguirsi di diversi panel ed un’attiva interazione tra i relatori e l’audience.
Legal framework and ethical challenges
Il primo panel, dal titolo “Legal framework and ethical challenges” è stato moderato da Giovanni Marcantonio (EESC) e vi hanno partecipato: Anthony Bochon, avvocato e accademico (ULB, CEPLIS), Miriam D’Arrigo, DG CONNECT, Commissione Europea, Anna Maria Bardone, Presidente Istituto italiano consulenti proprietà industriale. Anthony Bochon ha evidenziato la mancanza di un chiaro riferimento alle libere professioni nell’AI Act, pur essendo esso applicabile anche ad esse. Ha presentato il metodo AI VIALP in 7 steps per un uso responsabile dell’AI. D’Arrigo ha illustrato l’AI Act come primo quadro giuridico europeo sull’intelligenza artificiale, volto a garantire affidabilità, sicurezza e diritti fondamentali, sottolineando l’importanza del rispetto delle regole da parte dei liberi professionisti. Bardone ha posto l’accento sull’etica, affermando che non si può parlare di “AI etica” in sé, ma di principi etici che devono ispirare l’uso umano dell’AI. Ha proposto una governance partecipata e monitoraggi etici regolari per preservare la fiducia e i diritti umani.
Securing human needs: the most effective use of AI in liberal professional services
Il secondo panel, dal titolo “Securing human needs: the most effective use of AI in liberal professional services”, è stato moderato da Martin Böhme (EESC) e vi hanno partecipato: Stephan Hofmeister, Presidente Federazione tedesca delle libere professioni, Robert Katzschmann, professore di robotica (ETH Zurigo), Gordon Micallef, Commissione digitale Ordine Commercialisti Malta. Hofmeister ha richiesto linee guida chiare per le libere professioni sul fronte AI, mentre Katzschmann ha illustrato lo sviluppo di robot “biologici” basati su tessuti cellulari: una rivoluzione per lavori manuali e sanitari. Micallef ha insistito su fiducia, competenze e etica come tre pilastri fondamentali per una transizione efficace. Ha sollecitato un cambio di mentalità: “le libere professioni devono diventare più attive che reattive”.
Sustainable quality of life: the role of liberal professions and their AI tools
Il terzo e ultimo panel, dal titolo “Sustainable quality of life: the role of liberal professions and their AI tools”, è stato infine moderato da Marie-Françoise Gondard-Argenti (EESC), con la partecipazione di Anikò Szalai, professoressa di diritto (University of Szeged), Ajna Nickau, architetta, Margherita Pagani, Direttrice Skema Centre for AI (Parigi), Daniel Alge, Presidente Federazione austriaca delle Libere Professioni. Szalai ha affrontato la sfida della formazione dei nativi digitali, più orientati alla qualità della vita che alla carriera tradizionale. Ha invocato un’educazione critica all’uso dell’AI, per evitare una fiducia cieca negli strumenti. Nickau ha illustrato il contributo dell’AI nell’architettura sostenibile attraverso il New European Bauhaus, sottolineando i limiti etici e di proprietà intellettuale. Pagani ha trattato il paradosso ambientale dell’AI: aumenta l’efficienza ma può anche inquinare. Tuttavia, i dati dimostrano che l’integrazione dell’AI consapevole riduce l’impatto ambientale, se ben gestita. Alge ha chiuso con un forte richiamo al ruolo umano: “Tutto parte dall’essere umano e deve tornare all’essere umano.”
A chiudere l’evento, è intervenuto nuovamente Rudolf Kolbe, il quale, nei saluti finali, ha riaffermato con forza la visione del CESE: L’AI deve essere umano centrica, con i liberi professionisti come garanti del principio ‘humans in command’”. Questo è il messaggio che il Comitato intende portare avanti anche nel parere ufficiale in preparazione per la plenaria di settembre 2025 del CESE.