Quarto rapporto Schengen: Oltre i confini degli stati nazionali

I 40 anni che hanno assicurato e continuano a assicurare profondi benefici ai tutti i cittadini europei garantendo la piena libertà di circolazione

Nel 2025 lo spazio Schengen celebra un traguardo importante: i quarant’anni dalla firma dello storico accordo che ha sancito l’eliminazione dei controlli alle frontiere interne tra gli Stati aderenti. A distanza di quattro decenni, la Commissione europea ha pubblicato oggi la sua quarta relazione annuale sullo stato di Schengen, evidenziando i progressi compiuti nel ciclo 2024-2025 e delineando le priorità per l’anno a venire.

Con quasi 450 milioni di cittadini che ne beneficiano ogni giorno, Schengen si conferma la colonna portante del mercato interno dell’Unione europea. Oltre a facilitare gli spostamenti quotidiani di persone e merci, ha consolidato l’identità europea e contribuito significativamente alla crescita economica, attirando nel solo 2024 oltre mezzo miliardo di visitatori, rendendola ancora una volta la destinazione turistica più visitata al mondo. La Commissione sottolinea come, nel tempo, Schengen sia divenuto un sistema robusto, dove il coordinamento tra Stati membri, supportato dalle istituzioni europee, ha migliorato la gestione delle frontiere esterne, la sicurezza interna e le politiche migratorie.

Un momento storico nel 2025 è rappresentato dalla piena adesione di Bulgaria e Romania all’area Schengen. Questo passo non solo rafforza la coesione dell’UE, ma testimonia l’impegno degli Stati membri a sostenere e sviluppare una cooperazione sempre più efficace nell’ambito dello spazio di libera circolazione. L’integrazione delle regole Schengen è ormai parte integrante del processo di adesione all’UE: tutti i paesi candidati devono dimostrare di possedere sistemi nazionali in grado di gestire efficacemente gli standard Schengen.

Il rapporto, inoltre, evidenzia una serie di priorità strategiche su cui la Commissione intende concentrare gli sforzi nel ciclo di governance 2025-2026:

  • Rafforzamento della governance Schengen: monitoraggio continuo delle performance degli Stati membri e dei paesi candidati, potenziamento del meccanismo di valutazione e maggiore utilizzo delle risorse comuni.
  • Digitalizzazione e sicurezza: accelerare l’attuazione dei sistemi digitali come il Sistema di ingressi/uscite (EES) e l’ETIAS, con investimenti in ricerca e innovazione per proteggere Schengen dai rischi futuri.
  • Risposta alle minacce alla sicurezza: sviluppo di un quadro comune di intelligence, operazioni congiunte e una più forte cooperazione tra le forze di polizia, anche nelle aree di confine interno; come annunciato nella strategia europea per la sicurezza interna ProtectEU.
  • Azione esterna e partenariati strategici: intensificazione dei rapporti con i paesi vicini e i partner internazionali, con Europol e Frontex in prima linea nel migliorare lo scambio di informazioni e l’assistenza operativa.
  • Efficienza nei rimpatri: sebbene nel 2024 si sia registrato un aumento del 12% nei rimpatri di cittadini di paesi terzi privi di diritto di soggiorno, la Commissione ritiene che siano necessari ulteriori sforzi per rendere il sistema più rapido ed efficace e supporterà gli Stati in questa procedura, come ha fatto già lo scorso anno con una valutazione Schengen.
  • Cooperazione transfrontaliera: il potenziamento dello scambio di dati e l’utilizzo degli strumenti esistenti, come EUROSUR e il Sistema di Informazione Schengen, restano fondamentali per prevenire la criminalità e garantire la sicurezza interna.

La relazione sarà ora al centro dei lavori del prossimo Consiglio Schengen, previsto per giugno, durante il quale gli Stati membri definiranno congiuntamente le priorità per il ciclo 2025-2026. L’obiettivo è chiaro: consolidare lo spazio di libera circolazione, renderlo più sicuro, resiliente e pronto ad affrontare le sfide geopolitiche del futuro.

A rimarcare questo concetto, è Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutivo per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, la quale afferma: “Schengen è una delle massime espressioni di ciò che la cooperazione europea può realizzare. Il futuro dell’Europa è intrinsecamente legato alla nostra capacità di massimizzare la cooperazione di Schengen, stimolando la crescita economica, garantendo la sicurezza e salvaguardando le libertà condivise che definiscono la nostra Unione”.

Per raggiungere l’obiettivo, spiega Magnus Brunner, Commissario per gli Affari Interni e le Migrazioni, “bisogna migliorare la cooperazione in materia di sicurezza tra le forze dell’ordine degli Stati membri, accelerare la digitalizzazione dei sistemi di gestione delle frontiere, come il sistema di ingressi/uscite, per prevenire i rischi per la sicurezza e garantire rimpatri più efficaci”.

Schengen non è solo una conquista dell’integrazione europea: è una promessa mantenuta ai cittadini europei. E oggi, a quarant’anni dalla sua nascita, continua a essere una delle più grandi realizzazioni dell’Unione.

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