
Nella seduta del 29 febbraio, il Consiglio “Competitività” dell’Unione europea ha adottato le conclusioni sulla strategia per il mercato unico dei beni e dei servizi, incentrate sugli ambiti considerati essenziali per la creazione di crescita e occupazione: sostegno a PMI, start-up e imprese innovative; realizzazione del potenziale ancora inespresso dei servizi; attuazione, rispetto e applicazione delle norme sul mercato unico.
Nel documento si ribadisce come il mercato unico sia il principale motore per la crescita e la creazione di posti di lavoro in Europa e ricopra un ruolo fondamentale per gli investimenti e il rafforzamento della competitività europea. Si sottolinea in particolare che PMI, start-up, imprese in fase di espansione (scale-up) e imprese innovative dovrebbero essere non solo messe nelle condizioni di crescere tramite attività economiche transfrontaliere, in particolare scambi commerciali e investimenti, ma anche stimolate a farlo. In linea con il principio “Think Small First” (pensare anzitutto in piccolo), si ribadisce l’importanza delle imprese in fase di avviamento e delle giovani imprese in fase di espansione, dovuta al loro contributo alla creazione di posti di lavoro e all’innovazione; sono inoltre riconosciute le difficoltà nell’accesso ai finanziamenti e la necessità di adottare misure di semplificazione dell’IVA, per apportare benefici concreti a imprese e imprenditori.
Per quanto riguarda i servizi, il Consiglio sottolinea il loro impatto sul settore manifatturiero, particolarmente accentuato nel caso dei servizi alle imprese e nel settore delle costruzioni, e approva la scelta della Commissione di eliminare tutte le restrizioni ingiustificate o sproporzionate all’attività transfrontaliera dei prestatori di servizi, come quelle riguardanti la forma giuridica e i requisiti in materia di assicurazione, di partecipazione azionaria o di multidisciplinarietà. In tale contesto è accolta con favore la proposta di un passaporto per i servizi, che abbatta le barriere normative esistenti per i prestatori di servizi che intendono accedere a un altro mercato europeo. Tale strumento, secondo il Consiglio, in futuro potrebbe essere esteso a ulteriori servizi e dovrebbe avere natura volontaria. Si insiste anche sull’esigenza di sviluppare un quadro analitico per valutare la proporzionalità delle regolamentazioni professionali, che garantisca coerenza, basandosi sulla giurisprudenza esistente, e che copra tutti i requisiti e le restrizioni che influenzano l’accesso alle attività di servizi e il loro esercizio, come le qualifiche professionali.