Verso una politica di coesione rinnovata post-2027.

Il Comitato delle Regioni si oppone all'accentramento della politica nelle mani dei governi nazionali e promuove soluzioni locali per ridurre le disuguaglianze e rafforzare la competitività dell'Europa

Durante la 163ª sessione plenaria del Comitato delle Regioni (CoR), tenutasi il 20-21 novembre 2024, è stato lanciato un forte appello per una politica di coesione aggiornata dopo il 2027, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze tra le regioni dell’Unione Europea (UE) e di garantire che nessuno sia lasciato indietro. Sebbene la politica di coesione abbia già avuto un ruolo importante nel ridurre le differenze tra le regioni, molte difficoltà restano, soprattutto nelle zone rurali e meno sviluppate.

 

Il CoR propone di fare di più per offrire pari opportunità in tutte le regioni, non solo nelle grandi città, ma anche nelle aree più remote. È fondamentale valorizzare le risorse locali per permettere a queste aree di crescere e prosperare, riducendo le differenze tra i vari territori. Alcune regioni che in passato erano in crescita stanno ora affrontando difficoltà, e per queste è necessario pensare a soluzioni specifiche.

I leader locali e regionali dell’UE chiedono una politica di coesione forte e riformata, che copra tutto il territorio e si concentri sulle città e le regioni per migliorare la competitività dell’Europa e ridurre le disuguaglianze. Questo è stato il tema discusso durante la sessione plenaria, dove è stato presentato un pacchetto di proposte per definire le linee guida della politica di coesione post-2027.

Per rendere l’Europa più competitiva, è importante investire anche nelle regioni meno sviluppate, soprattutto in un mondo in rapida evoluzione, dove l’Europa deve affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, l’invecchiamento della popolazione e le crisi geopolitiche. Le regioni europee affrontano sfide complesse e una politica che le supporti deve essere in grado di rispondere anche ai cambiamenti economici globali e ai progressi tecnologici.

 

Per raggiungere questo obiettivo, si propone di rafforzare e adattare la politica di coesione, mantenendo gli obiettivi principali:

  • semplificare la gestione dei fondi europei, che oggi sono distribuiti in modo frammentato e complesso.
  • adottare un piano unico per gestire questi fondi che ne migliorerebbe l’efficacia, assicurando che siano utilizzati per sostenere le regioni in difficoltà.
  • decentralizzare, permettendo alle autorità locali e regionali di prendere decisioni basate sulla conoscenza diretta delle necessità delle proprie comunità, con interventi tempestivi e mirati.
  • integrare meglio la politica di coesione nel Semestre Europeo, con un programma che monitori le politiche economiche dei Paesi membri, affinché sia più efficace, ma senza legarla troppo alle riforme strutturali che sono gestite dai governi nazionali.
  • migliorare la cooperazione interregionale, soprattutto nelle aree di confine, aumentando i fondi e incentivando la creazione di macroregioni tra le aree transfrontaliere.
  • semplificare i processi per accedere ai fondi, ridurre la burocrazia e creare un fondo speciale per affrontare le crisi future.

 

Come ha affermato Vasco Alves Cordeiro, presidente del Comitato delle Regioni “La politica di coesione non riguarda solo finanziamenti e regole, ma è il cuore del progetto europeo. Deve garantire che nessuno, né persone né territori, venga lasciato indietro”.

 

Queste parole ci ricordano quanto la politica di coesione deve continuare a essere un pilastro per lo sviluppo dell’Europa, ma deve evolversi per affrontare le sfide globali, migliorare la competitività e ridurre le disuguaglianze tra le regioni.

 

Maggiori informazioni

 

Guarda di nuovo il dibattito plenario su una politica di coesione rinnovata