Formazione continua e misurazione degli impatti, un binomio sul quale puntare

L'intervista a Gabriele Levi, Valutatore delle proposte formative presso Fondoprofessioni

Dalla newsletter Fondoprofessioni – Luglio 2024

 

Misurazione, efficacia, risultati, sono termini che vengono spesso accostati alla formazione continua, con l’intento di verificarne le ricadute sui lavoratori e sulle imprese. Si tratta di un tema complesso e, da sempre, molto dibattuto.

Per approfondire la questione della misurazione degli impatti della formazione continua abbiamo intervistato Gabriele Levi, libero professionista, esperto di valutazione di programmi e progetti. Levi è amministratore unico della Disamis srl, società impegnata nella valutazione intermedia, finale e di impatto di progetti a livello nazionale, europeo e nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. Inoltre è accreditato come Valutatore delle proposte formative presso Fondoprofessioni.

Formazione continua e misurazione degli impatti, un binomio sul quale si è sempre dibattuto molto. Lei cosa ne pensa? 

Il binomio formazione continua e misurazione degli impatti rappresenta un elemento cruciale per consentire un’analisi puntuale sull’efficacia degli interventi finanziati sia a livello strategico che operativo. Misurare gli effetti della formazione rappresenta una sfida ma al tempo stesso una necessità; focalizzare l’attenzione non solo sul ‘cosa’ è stato realizzato ma sugli ‘effetti generati’ è elemento indispensabile sia per quantificare le ricadute degli interventi formativi (in termini di crescita di competenze, di performance aziendali e, più in generale, di rafforzamento del sistema) ma anche per riorientare le strategie future della formazione continua.

In un contesto lavorativo in continua evoluzione, una sistematica attività di valutazione favorisce l’individuazione di buone pratiche e casi di successo e consente di adeguare ed aggiornare le opportunità offerte dalla formazione ai cambiamenti tecnologici, organizzativi, normativi e di mercato.

In quest’ottica, il binomio formazione continua e misurazione degli impatti costituisce l’elemento chiave per ottenere informazioni in grado di favorire l’aggiornamento e la crescita del sistema ed aumentare la valenza strategica della formazione.

Quali evoluzioni sta osservando nel campo della valutazione degli impatti della formazione continua?

In generale c’è una maggiore attenzione al tema ma credo che si stia facendo ancora poco; spesso la valutazione di impatto viene confusa con un mero controllo delle attività svolte mentre la sua valenza principale è proprio quella di verificare l’efficacia e gli effetti (diretti ed indiretti) degli interventi, in una prospettiva quantitativa e qualitativa.

L’obiettivo è verificare non solo se un intervento formativo è stato apprezzato, ma anche comprendere in che misura e in che modo è stato efficace rispetto agli obiettivi ed ai fabbisogni iniziali. Tale valutazione può essere effettuata su più livelli: a livello di singolo partecipante, di contesto aziendale/professionale e, più in generale, a livello di settore.

Cosa sta facendo Fondoprofessioni in questo ambito? 

A partire dal 2023 Fondoprofessioni ha avviato, in via sperimentale, l’attività di rilevazione degli effetti della formazione sui piani formativi finanziati. Tale iniziativa si inserisce nel solco di una specifica policy del Fondo tesa a promuovere la qualità dei piani formativi e a verificare in maniera strutturata le ricadute degli interventi finanziati.

Sul lato metodologico, l’attività di valutazione attivata da Fondoprofessioni prevede, oltre ad una fase preliminare di analisi documentale del singolo piano, una specifica attività di rilevazione diretta attraverso la realizzazione di interviste ai referenti aziendali (per verificare le ricadute a livello di azienda) e la somministrazione di questionari agli allievi della formazione (per verificare le ricadute a livello personale e professionale). L’attività si conclude con la stesura di un report di valutazione sul singolo piano formativo oggetto di analisi.

La sperimentazione in atto rappresenta un importante punto di partenza per definire un modello di valutazione che sia al tempo stesso efficace e fattibile in termini di strumenti, metodologie e tempistiche.

Quali azioni in materia di rilevazione degli effetti della formazione ritiene possano essere applicabili nell’ambito delle attività finanziate dai Fondi interprofessionali? 

Il passo successivo deve essere quello di rendere la valutazione di impatto parte integrante della formazione continua; un approccio valutativo focalizzato sugli effetti (sia a livello di singolo intervento finanziato che a livello complessivo di strategia) è un elemento che assicura il rafforzamento del sistema e responsabilizza maggiormente tutti gli attori coinvolti (Fondi interprofessionali, soggetti attuatori, aziende, allievi) attraverso un processo di crescita virtuoso.

In parallelo alle attività di valutazione andrebbe attivata anche una fase di disseminazione e restituzione degli esiti della valutazione verso i differenti stakeholder anche per valorizzare le buone pratiche e rafforzare la cultura della valutazione.