
Il Consiglio Nazionale, si stringe attorno al dolore delle famiglie, degli amici e dei colleghi dei Medici di Medicina Generale deceduti a causa del Coronavirus, il cui numero è in incremento nelle aree maggiormente colpite, volendo ricordare simbolicamente per tutti uno dei suoi componenti, ovvero il Segretario Provinciale FIMMG di Lodi Marcello Natali, ricordo accompagnato da rabbia e ostilità nei confronti di tutti quelli responsabili a livello aziendale, regionale e nazionale dell’assenza di adeguati mezzi di protezione idonei per i medici di medicina generale, ancora oggi non forniti alla nostra categoria che conta il 60% dei medici totali caduti per COVID-19.
Il Consiglio Nazionale, premesso che a tutt’oggi non si assiste ad un progetto organico per la partecipazione e il ruolo di Medici di Medicina Generale alla gestione assistenziale nel corso di pandemia, con il risultato di avere una categoria esposta in assenza anche di strumenti organizzativi e di indirizzi terapeutico – assistenziali per i pazienti in loro carico, ribadisce che le Unità Speciali di Continuità Assistenziale debbano essere integrate nella organizzazione con la Medicina di Famiglia, con coordinamento della loro azione assistenziale anche partecipata a distanza dal medico fiduciario del paziente attraverso video e teleconsulenza e condivisione delle informazioni cliniche presenti sul gestionionale dello stesso medico, con un’azione che sia pertanto protetta per il medico U.S.C.A. anche sulla presa in carico clinica e fiduciaria di quel paziente, oltre alla necessità di protezione con DPI adeguati e procedure di vestizione e svestizione e mobilità chiari e coerenti con il biocontenimento.
Richiede un immediato investimento sulla reingegnerizzazione delle attività standard della Medicina Generale durante il periodo pandemico vista la necessità del contenimento a casa della popolazione, attraverso strumenti di reperibilità e di assistenza medica a distanza tramite telefono, SMS, sistemi di messaggistica, di videocontatto e di videoconsulto, per attività di domiciliarità virtuale e ambulatori virtuali, tesi a non interrompere la presa in carico e la gestione dei pazienti fragili e con patologie croniche come pure le esigenze in acuto e prescrittive dei nostri pazienti.
Richiede inoltre che gli stessi strumenti, realizzati e gestiti dalla Medicina Generale, devono poter permettere di implementare i meccanismi di continuità dell’assistenza attraverso la condivisione delle informazioni cliniche su piattaforme dedicate che permettano grazie al coinvolgimento dei Medici della Continuità Assistenziale da subito l’H24, 7 giorni su 7, nell’ambito dei rispettivi orari di competenza, ma non sottovalutando il conseguente coinvolgimento diurno del nostro personale di studio, potendo così garantirne e svilupparne il fondamentale ruolo di supporto in questa fase di smart working della medicina generale piuttosto che dover applicare i meccanismi di ricorso a cassa integrazione se non peggio di licenziamento, ricordando che la Medicina Generale dà lavoro a circa 30.000 cittadini italiani tra infermieri e collaboratori di studio.
Reclama, in attesa della conclusione delle trattative per l’ACN 2016-2018 oggi impedita dalla impossibilità di riunire le parti trattanti, l’immediato intervento del Governo affinché attraverso un atto transitorio ed eccezionale connesso alle fasi emergenziali che definisca i compiti descritti nel punto precedente e conseguentemente riconoscere da subito l’adeguamento delle quote capitarie e oraria dei Medici di Medicina Generale ai valori già previsti per il 2018, stabiliti dall’atto di indirizzo per il rinnovo dell’ACN della Medicina Convenzionata, approvato dal Comitato di Settore Regioni – Sanità in data 9 luglio 2019 e 29 agosto 2019 su proposta della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome che ha già ottenuto il parere positivo del Governo.
Esige attenzione da parte del Governo e delle Regioni affinché parte dei 235 milioni destinati alla tecnologia di studio di cui all’art. 1 comma 449 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019, venga immediatamente destinata all’acquisto di pulsossimetri da distribuire ai Medici di Medicina Generale e che possano pertanto dotare i pazienti Covid positivi per l’automonitoraggio domiciliare. Ribadisce la necessità inderogabile, soprattutto in carenza di DPI, di proseguire l’attività ambulatoriale a porte chiuse, con accesso comunque garantito su prenotazione a seguito di triage effettuato dal medico per le necessità non differibili.