
Confprofessioni Lombardia in prima linea per promuovere l’alternanza scuola-lavoro negli studi professionali. È stato siglato lo scorso 14 ottobre, infatti, il Protocollo d’intesa tra Regione Lombardia, Ufficio scolastico regionale e Confprofessioni Lombardia per rafforzare il rapporto tra sistema di istruzione-formazione e mondo del lavoro. L’accordo si propone di offrire agli studenti lombardi opportunità formative di alto e qualificato profilo per l’acquisizione di competenze tecnico-professionali spendibili nel mercato del lavoro e, in particolare, nel settore degli studi professionali.
Il Protocollo è stato sottoscritto dall’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Valentina Aprea; dal direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, Delia Campanelli, e dal presidente di Confprofessioni Lombardia, Giuseppe Calafiori, che ha commentato: «Siamo particolarmente soddisfatti di poter contribuire all’ambizioso progetto voluto dall’Assessore Aprea, perché pone le basi per poter costruire dei percorsi di alternanza scuola-lavoro negli oltre 130 mila studi professionali della Regione. Confprofessioni Lombardia si attiverà per rendere subito operativo il Protocollo su tutto il territorio regionale, direttamente e attraverso le associazioni aderenti al sistema confederale».
«Per favorire l’occupazione delle giovani generazioni, dei ragazzi che sono a scuola, delle studentesse e studenti delle scuole secondarie superiori del triennio, dobbiamo favorire la creazione delle skills del futuro che non si apprendono soltanto in aula ma entrando in contatto con ambienti in cui lavorano professionisti», ha dichiarato l’Assessore.
Secondo il delegato al lavoro di Confprofessioni Lombardia, Enrico Vannicola, l’intesa ha un duplice vantaggio: «Per i giovani studenti, entrare in contatto con il mondo delle attività professionali attraverso tali esperienze, significa ampliare le opportunità di impiego al termine del percorso formativo e contribuire a un maggior arricchimento del bagaglio culturale». Al tempo stesso, anche i liberi professionisti avranno «un’ulteriore opportunità per essere parte attiva nel tessuto produttivo, culturale e formativo di Regione Lombardia, attraverso l’accoglienza e la guida di giovani che, potenzialmente, potrebbero essere futuri collaboratori di studio».