
Confprofessioni Sardegna in prima linea per promuovere il welfare e la conciliazione vita-lavoro all’interno degli studi professionali. Al tavolo del partenariato economico e sociale convocato dall’assessore regionale del lavoro, Virginia Mura, lo scorso 1° agosto la presidente di Confprofessioni Sardegna, Susanna Pisano, ha siglato “Protocollo d’intesa per la promozione del welfare aziendale e della conciliazione vita-lavoro nella Regione Sardegna”, assieme ai rappresentanti delle parti sociali.
Il documento rappresenta la cornice istituzionale attraverso cui fornire supporto alle iniziative di promozione del welfare aziendale e di miglioramento della conciliazione vita-lavoro nel territorio sardo. Tra gli obiettivi specifici del Protocollo d’Intesa c’è, tra gli altri, il rafforzamento delle misure per l’inserimento lavorativo, il mantenimento dell’occupazione e la progressione di carriera delle donne e la promozione della parità tra uomini e donne e della conciliazione tra vita professionale e privata.
«La Regione Sardegna ha messo in campo una serie di misure per promuovere il welfare a livello aziendale e incrementare i livelli occupazionali sul territorio» afferma Susanna Pisano. «L’obiettivo principale del programma è quello di stimolare l’occupazione femminile, favorendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Si tratta di un tema particolarmente sentito all’interno degli studi professionali della nostra Regione, dove la presenza femminile rappresenta oltre l’80% del lavoro».
Il protocollo.
Il Protocollo prevede anche l’istituzione di una Cabina di Regia regionale per il monitoraggio sul welfare aziendale e sulla conciliazione vita-lavoro in Sardegna, raccogliendo i dati provenienti da indagini quali-quantitative. Ogni organismo, inoltre, si impegna a individuare due figure che, per conto della propria organizzazione, avranno la funzione di “ambasciatori del welfare aziendale” tra i propri associati.
Il coinvolgimento di Confprofessioni e degli altri attori del partenariato economico e sociale della Regione risulta fondamentale per la diffusione e il radicamento nel territorio regionale della cultura del welfare aziendale e della conciliazione vita-lavoro, anche attraverso la promozione della contrattazione di secondo livello (aziendale/territoriale). Da questo punto di vista, secondo la presidente Pisano, «risulterà fondamentale promuovere lo sviluppo della contrattazione di secondo livello, anche per consentire ai datori di lavoro professionisti di beneficiare della detassazione dei premi di produttività». Inoltre, la presidente Pisano sottolinea come «nel Protocollo per la prima volta i liberi professionisti vengono espressamente menzionati come destinatari dei provvedimenti sul welfare aziendale. La firma del Protocollo è un passo determinante per l’accesso dei professionisti alle risorse del FSE sulla conciliazione vita-lavoro. Infatti nella preinformativa dei relativi bandi, la cui presentazione è stata annunciata proprio in quella sede, è prevista una linea di contributi destinata specificatamente a liberi/e professionisti/e e lavoratori/trici autonomi/e con azioni di welfare attivo, frutto della costante collaborazione della Confederazione con l’Amministrazione Regionale».
L’avviso
Dal 1° agosto prende il via anche la fase di consultazione pubblica (www.sardegnapartecipa.it) sull’Avviso per la concessione di aiuti a imprese e contributi agli ordini professionali e associazioni di categoria per la realizzazione di misure di welfare aziendale e di conciliazione. La fase di “ascolto” si completerà in autunno con la pubblicazione dell’Avviso. Per la misura sono disponibili 8,3 milioni di euro per il triennio 2016-2018 (Asse I–Occupazione POR FSE 2014-2020), di cui 3,5 milioni per il primo anno. Le misure, già a suo tempo contemplate nella delibera della Giunta Regionale “Priorità Lavoro” del 17 giugno 2015, si articolano su tre linee di azione.
La linea A è dedicata alle imprese interessate alla predisposizione di un Piano di Innovazione Organizzativa mirato alla conciliazione vita-lavoro e alla produttività e di un Piano di Welfare aziendale, per i quali sono previsti contributi forfetari da 4.500 a 9.000 euro per le spese necessarie alla loro redazione, e da 7.000 a 15.000 euro per la loro attuazione. La misura si rivolge potenzialmente a 35 imprese con più di 10 dipendenti, e può contare su una dotazione di 604 mila euro.
La linea B finanzia gli interventi a supporto della maternità per le piccole imprese. I progetti saranno finanziati per un massimo di 23.250 euro per ciascuna impresa (fino a un massimo di tre dipendenti destinatarie della misura). È previsto un Bonus occupazionale di 4.000 euro per l’assunzione del sostituto della dipendente in maternità con un contratto full time di almeno sei mesi, e la formazione aziendale tanto del sostituto che della dipendente al rientro dalla maternità con la copertura di un costo standard unitario «ora/corso» arrotondato a 150 euro per massimo 25 ore di formazione. 604 mila euro la dotazione per questa linea, 26 le imprese potenzialmente beneficiarie.
La linea C, probabilmente ancora più innovativa, favorisce la Conciliazione vita/lavoro prevedendo un voucher di 200 euro al mese per 10 mesi per servizi prima infanzia, servizi educativi, servizi di assistenza per le libere professioniste e le lavoratrici autonome (in maternità, con figli minori o con a carico persone disabili o non autosufficienti, o affette da documentata grave infermità). È necessaria l’attivazione dell’Ordine o Associazione professionale, che dovrà costituire un albo sostituti. Il/la professionista che sostituisce la collega, avrà un bonus occupazionale di 4.000 euro in caso di assunzione (minimo 6 mesi, full time) e in caso di collaborazione autonoma, un contributo di 160 euro al giorno per massimo di 20 giorni. La dotazione è di 2,37 milioni di euro.