Congedo parentale, istruzioni per l’uso

Una nota di Confprofessioni Lavoro sulla disciplina prevista dall’art. 43 del Ccnl studi professionali Il lavoratore che intenda avvalersi del congedo parentale a ore è tenuto a darne comunicazione al datore di lavoro con almeno 2 giorni di preavviso, indicando il numero di mesi da utilizzare, l’arco temporale entro il quale le ore di congedo
Una nota di Confprofessioni Lavoro sulla disciplina prevista dall’art. 43 del Ccnl studi professionali

Il lavoratore che intenda avvalersi del congedo parentale a ore è tenuto a darne comunicazione al datore di lavoro con almeno 2 giorni di preavviso, indicando il numero di mesi da utilizzare, l’arco temporale entro il quale le ore di congedo saranno fruite (inizio e fine), la programmazione mensile delle ore di congedo, la quale deve essere concordata con il titolare dello studio. Non sono in ogni caso ammesse richieste che comportino l’effettuazione di una prestazione lavorativa giornaliera di durata inferiore a 4 ore. È quanto emerge da una nota di Confprofessioni Lavoro a commento dell’art. 43 del Ccnl degli studi professionali e dell’art. 7 del dlgs 81/2015, che detta le istruzioni per per usufruire del congedo parentale a ore.

La domanda di congedo a ore deve essere inviata dal lavoratore all’Inps mediante specifica procedura telematica per ogni singolo mese solare. Se necessario, dunque, bisogna presentare una domanda per ogni periodo che ricade in un diverso mese solare. Come chiarito dalla circolare dell’Inps n. 152/2015, nel modulo deve essere indicato il numero di giornate intere di congedo parentale da fruire in modalità oraria. La procedura prevede infatti che il totale delle ore di congedo richieste sia calcolato in giornate lavorative intere.

Per ogni mese di congedo parentale, sono attribuite al dipendente 174 ore, che possono essere cumulate, anche nell’ambito della stessa giornata, con altri riposi e permessi previsti dalla legge o dal Ccnl, ma non con i permessi o riposi disciplinati dal T.U maternità/paternità.

La base per il calcolo dell’indennità da erogare per ogni ora di congedo è costituita dalla retribuzione media oraria, ottenuta dividendo per 170 l’importo totale della retribuzione del mese precedente a quello in cui ha avuto inizio il congedo.

Per quel che concerne la maturazione delle ferie e delle mensilità supplementari nei periodi in cui il dipendente ha goduto dei congedi parentali a ore, il datore di lavoro dovrà tenere conto del numero di giorni interi effettivi di congedo richiesti dal lavoratore, così come segnalati nella comunicazione inviata all’Inps. Le mensilità nell’ambito delle quali il lavoratore ha prestato un numero di giornate di effettivo servizio, o ad esse equivalenti, superiore a 15 danno infatti luogo alla maturazione delle mensilità aggiuntive e delle ferie. Sul punto, rileva evidenziare che se la fruizione di un periodo di congedo parentale avviene su base oraria – con copresenza quindi nella stessa giornata di assenza oraria a titolo di congedo e di svolgimento di attività lavorativa – le domeniche (ed eventualmente i sabati, in caso di settimana corta), non sono considerate ai fini del computo, dato che è sempre rinvenibile lo svolgimento di attività lavorativa.