Accesso al credito, corsia preferenziale per le aziende

Il Consiglio dei ministeri ha approvato nuove misure in materia fallimentare. Slitta a venerdì la delega fiscale Per risolvere il problema della scarsa accessibilità al credito da parte delle aziende, il Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri dell’economia e delle finanze Pietro Carlo Padoan e della giustizia Andrea Orlando, ha approvato un decreto legge
Il Consiglio dei ministeri ha approvato nuove misure in materia fallimentare. Slitta a venerdì la delega fiscale

Per risolvere il problema della scarsa accessibilità al credito da parte delle aziende, il Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri dell’economia e delle finanze Pietro Carlo Padoan e della giustizia Andrea Orlando, ha approvato un decreto legge recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria.

 

Il decreto contiene misure che affrontano molte delle cause che determinano la stretta creditizia. “Tutte le misure muovono da un principio comune: un’azienda con problemi rischia di trascinare con sé altre imprese (fornitori di beni e servizi e intermediari finanziari) continuando a contrarre obbligazioni che non potrà soddisfare” –  riporta una nota del Consiglio dei ministri. “Affrontare tempestivamente i casi di crisi aziendale consente di limitare le perdite del tessuto economico, sia nella dimensione strettamente imprenditoriale sia sul piano finanziario, o di risanare l’azienda, con benefici sul piano occupazione e più in generale tutelando il tessuto economico contiguo”.

 

Il comunicato informa che nel decreto legge sono state previste le seguenti misure:

 

Accesso al credito nel corso di una crisi aziendale: il Tribunale può autorizzare finanziamenti interinali anche nel caso di concordato in bianco e in via d’urgenza anche senza attestazione di un professionista, sentiti i creditori principali. In questo modo si aumentano le possibilità di riuscita di piani di risanamento dell’impresa in crisi.

 

Apertura alla concorrenza nel concordato preventivo – offerte concorrenti: offerte per l’acquisto dei beni possono essere presentate – oltre che dal debitore – anche da terzi, purché migliorative e comparabili. In questo modo si evita la svalutazione abusiva del patrimonio.

Apertura alla concorrenza nel concordato preventivo – proposte concorrenti: il concordato preventivo può essere presentato anche dai creditori quando la proposta del debitore non prevede la soddisfazione di almeno il 25% dei crediti chirografari, purché si tratti di proposta migliorativa. In questo modo si favorisce l’immissione di nuovi capitali nell’impresa in crisi e la corretta valorizzazione del patrimonio del debitore.

 

Ristrutturazione dei debiti: l’accordo può essere concluso con il 75% dei creditori finanziari, se questi rappresentano almeno la metà dell’indebitamento, fermo l’integrale pagamento dei creditori non finanziari (per esempio altre imprese fornitrici di beni e servizi). In questo modo si evita che alcuni crediti finanziari possano bloccare l’esito della procedura, e quindi si favorisce un risanamento precoce. 

 

Curatore fallimentare: la figura del curatore fallimentare viene distinta da quella del commissario giudiziale – le due vengono rese incompatibili – e deve essere in grado di completare i propri adempimenti entro i termini, pena la revoca. In questo modo si garantisce la terzietà del commissario e si riducono i tempi delle procedure di fallimento. 

 

Operazioni di vendita: le operazioni di vendita vendono rese più rapide e tali da migliorare il valore realizzato, grazie alla gestione prioritaria per via extra giudiziale, alle modalità di determinazione del prezzo di vendita, ai criteri di aggiudicazione e ai costi per la pubblicità.

 

Deducibilità delle perdite: il regime di deducibilità ai fini Ires e Irap delle svalutazioni crediti e delle perdite su crediti degli enti creditizi e finanziari e delle imprese di assicurazione viene modificato introducendo, al posto della deducibilità annuale in misura di un quinto per ciascun anno, la deducibilità integrale di tali componenti negativi di reddito nell’esercizio in cui sono rilevati in bilancio. In questo modo si incentivano le imprese del credito a dismettere crediti incagliati così da alimentare il margine patrimoniale per la concessione di nuovo credito.

 

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e finanze Pietro Carlo Padoan, ha inoltre avviato una prima discussione dei cinque decreti legislativi in attuazione della legge 11 marzo 2014, n. 23 in materia di stima e monitoraggio dell’evasione fiscale, revisione del sistema sanzionatorio, interpello e contenzioso, riscossione, riorganizzazione delle Agenzie fiscali. Il provvedimento dovrebbe essere discusso dal Consiglio dei ministri venerdì 26 giugno.