Istat: segnali positivi ma la ripresa economica non c’è ancora

Secondo la nota mensile dell’Istat, nel primo trimestre 2015 aumentano i posti lavoro vacanti dello 0,1%. In particolare, diminuiscono le donne disoccupate (-3% al Nord, -4% al Centro e -1,5% al Sud) La ripresa economica prosegue, ma le informazioni provenienti dai settori produttivi indicano una intensità più contenuta rispetto al primo trimestre. Il mercato del
Secondo la nota mensile dell’Istat, nel primo trimestre 2015 aumentano i posti lavoro vacanti dello 0,1%. In particolare, diminuiscono le donne disoccupate (-3% al Nord, -4% al Centro e -1,5% al Sud)

La ripresa economica prosegue, ma le informazioni provenienti dai settori produttivi indicano una intensità più contenuta rispetto al primo trimestre. Il mercato del lavoro mostra i primi segnali positivi dal lato della domanda anche se non rafforzati dalle indicazioni sull’offerta di lavoro. Si conferma la riduzione delle spinte deflative cui seguirebbe in autunno una moderata ripresa dei prezzi. A riferirlo è la nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’economia italiana.

 

Secondo i dati forniti dall’Istituto di statistica, in aprile, i ritmi di attività nel settore delle costruzioni si sono confermati stagnanti. L’indice di produzione ha presentato una lieve diminuzione (-0,3% su marzo) confermando il basso livello di attività dei mesi precedenti. Dal lato della domanda sono invece emerse indicazioni più favorevoli, in particolare con il ritorno alla crescita degli investimenti in costruzioni (+0,5% nel primo trimestre).

 

In giugno, le indagini qualitative hanno evidenziato un balzo in avanti del clima di fiducia delle imprese, trainato dal miglioramento sulle attese di occupazione. Dall’inizio dell’anno nel nostro Paese non si è infatti ancora verificata una ripresa stabile dell’occupazione. Tuttavia alcuni segnali positivi prefigurano andamenti più favorevoli nei prossimi mesi. Nei dati più recenti delle forze di lavoro, relativi al mese di maggio, l’occupazione è tornata a calare (-0,3% rispetto al mese precedente) dopo l’incremento osservato in aprile (+0,6%). Tuttavia, dall’inizio dell’anno, il livello complessivo degli occupati è rimasto sostanzialmente invariato. A maggio il tasso di disoccupazione si è stabilizzato attorno a quota 12,4%, confermando il valore del mese precedente.

 

Sul fronte del mercato del lavoro, l’Istat rileva un miglioramento dal lato della domanda. Il tasso di posti vacanti è cresciuto di un decimo di punto nel primo trimestre, rispetto al quarto trimestre del 2014. La variazione positiva riflette un aumento dei posti di lavoro richiesti dalle imprese e si accompagna alla stabilizzazione del tasso di disoccupazione (con una complessiva riduzione della tensione del mercato del lavoro).

 

L’aumento del tasso di posti vacanti, cresciuto dopo la stasi registrata nell’ultimo trimestre del 2014, ha interessato diversi comparti del settore dei servizi, tra i quali le attività finanziarie, le attività professionali scientifiche e tecniche e i servizi di informazione.

 

Le previsioni espresse dagli imprenditori nel mese di giugno riguardo alle tendenze dell’occupazione nei successivi tre mesi si sono confermate positive in tutti i settori, consolidando quindi i segnali provenienti dal lato della domanda.

 

Dal lato dell’offerta di lavoro emergono indicazioni eterogenee, secondo i dati dell’Istituto. L’esame dei dati grezzi e i confronti tendenziali rispetto al primo trimestre del 2014 mostrano un quadro del mercato del lavoro maggiormente favorevole rispetto a quello osservato con i dati congiunturali.

 

Nel primo trimestre il tasso di disoccupazione è sceso di sei decimi di punto rispetto al primo trimestre 2014, accompagnato da un aumento tendenziale degli occupati (+0,6%) e da una riduzione degli inattivi complessivi (-0,4%) che riflette il calo delle persone più distanti dal mercato del lavoro (chi non cerca lavoro e non è disponibile a lavorare).

 

Tuttavia, a una nuova riduzione delle persone in cerca di occupazione (-4,2%, 145 mila unità in meno rispetto al primo trimestre del 2014) si è affiancata una crescita delle forze di lavoro potenziali (+9,7%, 324 mila individui), ovvero la fascia di inattivi più vicini al mercato del lavoro.

 

Tra il complesso degli inattivi, inoltre, sono aumentati gli scoraggiati (+2,7%, 52 mila persone), coloro che hanno smesso di cercare un lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo. Il fenomeno dello scoraggiamento ha coinvolto soprattutto i maschi (+6,4% contro +0,7% delle donne). Si tratta di un segnale da seguire con attenzione tenendo presente che lo scoraggiamento maschile nella ricerca di lavoro era molto cresciuto nella fase più acuta della crisi (biennio 2012-2013).

 

Un segnale rilevante che si osserva dal lato dell’offerta, riferisce l’Istat è che, accanto alla riduzione tendenziale dell’occupazione complessiva, si è verificata una riduzione dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata, storicamente molto elevata nel nostro paese. La quota di disoccupati da più di dodici mesi sul totale è passata dal 58,7% al 57,1% in un anno ed è diminuita soprattutto tra le donne (tre punti percentuali in meno fino al 56,8%), nel Centro (quattro punti in meno fino al 51,6%) e, in parte, anche nel Mezzogiorno (un punto e mezzo in meno fino al 63,3%).