Avvocato specialista addio

AREA DIRITTO E GIUSTIZIA. Il Tar del Lazio boccia il regolamento sulla specializzazione forense del Cnf. Durissima reazione dell’Anf: Alpa si dimetta Addio alla specializzazione forense. Il Tar del Lazio ha annullato il ‘Regolamento per il riconoscimento del titolo di avvocato specialista’, approvato il 24 settembre scorso dal Consiglio Nazionale Forense (Cnf). La prima sezione
AREA DIRITTO E GIUSTIZIA. Il Tar del Lazio boccia il regolamento sulla specializzazione forense del Cnf. Durissima reazione dell’Anf: Alpa si dimetta

Addio alla specializzazione forense. Il Tar del Lazio ha annullato il ‘Regolamento per il riconoscimento del titolo di avvocato specialista’, approvato il 24 settembre scorso dal Consiglio Nazionale Forense (Cnf). La prima sezione presieduta da Giorgio Giovannini, ha accolto infatti tre ricorsi proposti da quasi settanta avvocati che hanno sostenuto l’illegittimità di un regolamento che, a partire dal prossimo 20 giugno, avrebbe introdotto e disciplinato le condizioni e le modalità per il riconoscimento e il mantenimento del titolo di “avvocato specialista”. Come riporta Mondo Professionisti, i ricorrenti accusano il Cnf di aver realizzato una vera e propria riforma dell’ordinamento professionale senza alcuna base normativa andando a ledere la loro professionalità.
Il Tar, nella sua sentenza, sottolinea che dal quadro normativo emerge come la materia sia riservata al legislatore statale, e osserva che il legislatore non ha “riformato direttamente l’ordinamento della professione forense” prevedendo l’istituto delle specializzazioni, né attribuito al Cnf “la competenza ad adottare in via regolamentare la disciplina delle specializzazioni della professione legale”. Da ciò, il fatto che per i giudici “non e’ dato comprendere da quale fonte normativa il Cnf abbia derivato la potestà di creare ex novo una figura professionale precedentemente non contemplata dal vigente ordinamento”.
Durissima la reazione dell’Associazione Nazionale Forense: “Chiediamo al Presidente del CNF, Guido Alpa”– dice Ester Perifano il segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Forense (che aderisce a Confprofessioni) “di compiere un atto di grande responsabilità e di rassegnare le proprie dimissioni, un passo assolutamente necessario per favorire la ripresa di un vero dialogo unitario all’interno dell’avvocatura. La sentenza del TAR – aggiunge Perifano – non sorprende, anzi conferma quello che ANF va dicendo da tempo, ovvero che il CNF ha avuto la pretesa di esercitare illegittimamente una potestà regolamentare che non ha e non ha mai avuto. È gravissimo – sottolinea il segretario dell’ANF – che il massimo organo istituzionale degli avvocati, il Consiglio Nazionale Forense, non solo abbia forzato la legge, pretendendo di superarla, ma, di fronte ad un Congresso Nazionale che lo invitava con una mozione approvata a larga maggioranza a ritirare l’atto illegittimo, abbia confermato ostinatamente una scelta infausta, ritenendosi al di sopra della volontà dell’unica, legittima rappresentanza degli Avvocati italiani.
Durante l’ultimo congresso nazionale la stragrande maggioranza dei delegati aveva chiesto, senza risultato, la revoca o l’annullamento del regolamento. Pesante la sentenza del Tar Lazio che “ha colpito con la massima delle sanzioni possibili la unilaterale determinazione del Cnf” ha commentato l’avvocato Antonino Galletti, legale di 45 ricorrenti e coordinatore della Commissione di diritto amministrativo dell’Oua e presidente dell’associazione ‘Azione Legale’.
“La sentenza del TAR segna con tutta evidenza il capolinea di una lunga stagione, quella di Guido Alpa, che, perseguendo scelte che, alla lunga, si sono rivelate del tutto errate, ha contribuito ad aggravare la condizione, non rosea, degli avvocati italiani, peraltro dividendoli pericolosamente” ha continuato Ester Perifano. “Un’opposizione tiepida ad una legge incostituzionale come quella sulla conciliazione obbligatoria, la miopia politica dimostrata nel voler difendere a tutti i costi un regolamento sulle specializzazioni chiaramente illegittimo, la costante delegittimazione della rappresentanza politica unitaria che l’avvocatura si è data secondo regole democratiche mai superate, una proposta di riforma dell’ordinamento forense non condivisa e anzi osteggiata da una base sempre più consapevole delle trappole che contiene, impongono un immediato cambio di rotta: occorre subito uno shock salutare per affrontare con coesione e maggiore serenità le sfide che attendono gli avvocati italiani, a partire dalle modifiche alla legge sulla media conciliazione ”.
Il Cnf, in una nota, prende atto della decisione del Tar Lazio che ha ritenuto coperta da riserva di legge la materia delle specializzazioni forensi e sottolinea la necessità di esaminare con calma la motivazione della sentenza. Il regolamento sulle specializzazioni è necessario per qualificare la formazione professionale degli avvocati e risponde anche all’esigenza di natura deontologica di assicurare la massima tutela degli interessi degli assistiti. Il diploma si somma ai titoli di varia natura che gli avvocati, al fine di qualificarsi, possono liberamente e volontariamente conseguire. Il Cnf invita quindi il parlamento e il governo a dare nuovo impulso alla riforma forense, che ormai langue da troppi mesi in commissione giustizia della camera, dopo essere stata approvata con ampia maggioranza al senato.
 

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