Liberalizzazione delle professioni, giustizia tributaria e revisione legale sono “tre emergenze democratiche”, per le quali i dottori commercialisti ed esperti contabili si rivolgono al Governo perché modifichi misure, alcune delle quali contenute nella manovra correttiva, definite “dannose per il Paese” e perché esca su altre da “una perdurante ambiguità”. Con queste parole il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, Claudio Siciliotti, ha aperto l’assemblea dei 143 presidenti degli ordini dei dottori commercialisti ed esperti contabili, che si è svolta il 13 luglio scorso presso il St. Regis Hotel di Roma. Al vertice dei presidenti degli ordini territoriali ha partecipato anche l’Anc l’Associazione Nazionale Commercialisti, aderente a Confprofessioni, insieme con le altre associazioni della categoria. Al centro dell’incontro le misure, alcune delle quali contenute nella manovra correttiva, che interessano le professioni. Con una nota del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, approvata all’unanimità dagli Ordini territoriali e da tutte le Associazioni della categoria, anche in forza del protocollo d’intesa recentemente siglato e promosso dall’Anc, presieduto da Giuseppe Pozzato, i commercialisti hanno voluto esprimere la loro risposta unitaria e coesa, sollecitando la modifica delle misure, alcune delle quali contenute nella manovra del Governo, ritenute ingiuste e dannose.
AREA ECONOMICA E LAVORO I nodi della manovra economica al centro dell’assemblea dei presidenti degli ordini territoriali
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