Il decreto sviluppo è legge. Il Senato, infatti, ha approvato in via definitiva il provvedimento sul quale il governo aveva posto la fiducia. Nella seduta del 7 luglio l’aula di Palazzo Madama ha registrato 162 voti a favore, contro i 134 contrari. Una sola astensione. Il decreto, già approvato dalla Camera lo scorso 20 giugno, è stato sostenuto da Pdl, Lega e Coesione nazionale. I voti contrari sono arrivati dai gruppi di Pd, Idv, Udc, Mpa, Fli e Api. Il testo licenziato dal Senato contiene anche una norma che consente ai liberi professionisti di costituire Confidi, consorzi collettivi di garanzia dei fidi, espressione delle associazioni di categoria che, facendo leva sul principio di mutualità, erogano contributi ai propri aderenti. Per il mondo dei liberi professionisti si tratta di una novità assoluta. L’intero comparto potrà infatti accedere al credito agevolato e alle garanzie che saranno poste in essere dai consorzi costituiti dalle stesse associazioni dei liberi professionisti. "Adesso possiamo tirare un sospiro di sollievo” ha dichiarato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. “Finalmente viene superata una lacuna, vissuta da moltissimi liberi professionisti come un’ingiustizia. Fino a oggi il sistema dei Confidi ha coperto tutti i settori economici del Paese, ma non quello delle professioni”, ha affermato Stella. “Eppure il settore delle professioni, al pari di tutte le altre categorie economiche e sociali, ha subito le conseguenze della crisi che ha determinato un allungamento nei tempi di incasso delle parcelle e difficoltà negli investimenti materiali e immateriali”.
Il decreto diventa legge. Si ai confidi per i professionisti
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