CESE: Verso una trasformazione digitale più solidale

Nel suo parere esplorativo, il Comitato Economico Sociale Europeo auspica maggiori investimenti nelle politiche sociali per un’innovazione volta a favorire giovani e donne Se da un lato la corsa alla digitalizzazione e all’innovazione accresce il vantaggio competitivo dell’Europa, dall’altro si deve comunque tenere conto dei molteplici effetti ad essa connessi, che richiedono l’adattamento della nostra
Nel suo parere esplorativo, il Comitato Economico Sociale Europeo auspica maggiori investimenti nelle politiche sociali per un’innovazione volta a favorire giovani e donne

Se da un lato la corsa alla digitalizzazione e all’innovazione accresce il vantaggio competitivo dell’Europa, dall’altro si deve comunque tenere conto dei molteplici effetti ad essa connessi, che richiedono l’adattamento della nostra società alla nuova era informatica. Questo il parere esplorativo del Comitato Economico Sociale Europeo sul tema “la gestione della transizione in un mondo del lavoro digitalizzato”. Il CESE raccomanda, infatti, all’UE una serie di priorità affinché l’innovazione sia controllata e governata da principi di solidarietà e responsabilità sociale. Inoltre, affinché l’automazione procuri vantaggi alla società nel suo insieme, il Comitato invita l’UE e i suoi Stati membri a fare affidamento su un sistema di formazione efficace e di qualità lungo tutto l’arco della vita, su un dialogo sociale costante tra le parti interessate, su una contrattazione collettiva pertinente e su un regime fiscale appropriato. Per evitare che le evoluzioni digitali riducano sul lastrico una parte dei lavoratori e dei cittadini, occorre rendere più consistente la spesa destinata agli investimenti nelle politiche sociali, che rappresenta oggi appena lo 0,3 % della spesa pubblica totale nell’UE. È quindi necessario che nel prossimo quadro finanziario pluriennale, siano messe a disposizione risorse sufficienti per accompagnare la trasformazione digitale nel mondo del lavoro, soprattutto a favore di  quelle categorie di lavoratori che già oggi si trovano in situazioni di svantaggio competitivo, quali i giovani e le donne.

 

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