Albi, 2010 la fuga dei neolaureati

Negli ultimi quattro anni calano le iscrizioni agli ordini. I dati allarmanti del Miur All’appello degli albi professionali mancano almeno 35 mila neolaureati. Tra il 2006 e il 2010, le iscrizioni agli ordini professionali hanno infatti registrato una flessione del 20% tra i giovani aspiranti avvocati, ingegneri, architetti e commercialisti, freschi di laurea. Questa è
Negli ultimi quattro anni calano le iscrizioni agli ordini. I dati allarmanti del Miur

All’appello degli albi professionali mancano almeno 35 mila neolaureati. Tra il 2006 e il 2010, le iscrizioni agli ordini professionali hanno infatti registrato una flessione del 20% tra i giovani aspiranti avvocati, ingegneri, architetti e commercialisti, freschi di laurea. Questa è la fotografia scattata dal Ministero dell’Istruzione e pubblicata il 13 giugno da Il Sole 24 Ore sui candidati alle prove di abilitazione dell’anno accademico 2009/2010. A registrare il calo più significativo sono gli agronomi (-61%) su un totale di circa 21.300 iscritti all’ordine, ma anche gli architetti e gli ingegneri (-36% e -31%), che vantano un numero di iscritti pari a 142 mila e 220 mila unità. In diminuzione pure avvocati (-13%) e commercialisti (-10%), su un totale di 152 mila e 118 mila iscritti.
"La flessione – spiega Giuseppe Jogna, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali – interessa anche la nostra categoria. Dati alla mano, di quel 60% di giovani che riesce a superare l’esame di abilitazione, solo una parte decide di iscriversi all’albo. E non possiamo certo non condividere questa scelta". "Iscriversi a un albo – osserva Jogna – significa comunque pagare una quota di accesso e una tassa di iscrizione, a prescindere dai guadagni che, nel caso arrivino, al momento dell’ingresso nella professione non ci sono. Il problema del basso livello di iscrizione agli albi esiste e per risolverlo la categoria dei periti industriali si sta impegnando a fondo”.
In controtendenza, secondo il Miur, i dati relativi agli aspiranti medici chirurghi che si attestano a un + 7,48% su un totale di più di 398 mila tra chirurghi e odontoiatri iscritti all’Albo. Anche il Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati registra il fenomeno inverso, come spiega il suo presidente Roberto Orlandi: “La nostra categoria registra il fenomeno opposto. Assistiamo infatti a un incremento significativo delle iscrizioni”. “Nell’ultimo biennio il numero di iscrizioni è lievitato del 30%. Chi si iscrive al nostro albo – spiega Orlandi – ha molte possibilità di lavorare da subito”.
Se da una parte troviamo giovani delusi dal mercato del lavoro, dall’altra assistiamo ad un comparto, quello dei liberi professionisti, in continua crescita (più di 2 milioni nel 2010, secondo il Censis), ma destinato ad invecchiare per la mancanza di nuove leve. Il direttore della Fondazione Rete Imprese Italia, Maria Pia Camusi, intervistata da Il Sole 24 Ore, prova così ad analizzare il calo delle vocazioni all’Albo: “Per superare l’esame di Stato c’è bisogno di una formazione specifica, le prove sono difficili e in alcuni casi molto selettive. Il fatto che il numero di coloro che avendo superato l’esame di stato non si iscrivono agli ordini tende a diminuire, dipende in parte dalle difficoltà di accesso al mercato delle professioni, fortemente competitivo, di fronte al quale molti giovani rinunciano in partenza poiché non in grado di fronteggiare l’agguerrita concorrenza”.
 

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