Baretta (Mef): prendiamo atto della rinuncia delle Casse

Il Sottosegretario all’Economia in audizione alla commissione vigilanza enti previdenziali ribadisce però la convenienza nel fondo Atlante 2 Dopo lo stop delle Casse di previdenza dei professionisti ad Atlante 2, il governo «prende atto con rammarico della eventuale rinuncia delle Casse» all’operazione per l’acquisto e la gestione dei crediti deteriorati del Monte dei Paschi di
Il Sottosegretario all’Economia in audizione alla commissione vigilanza enti previdenziali ribadisce però la convenienza nel fondo Atlante 2

Dopo lo stop delle Casse di previdenza dei professionisti ad Atlante 2, il governo «prende atto con rammarico della eventuale rinuncia delle Casse» all’operazione per l’acquisto e la gestione dei crediti deteriorati del Monte dei Paschi di Siena. Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ascoltato il 3 agosto in audizione alla commissione vigilanza enti previdenziali ribadisce però che «l’investimento in Atlante2 sia compatibile» con la normativa attuale e le finalità degli enti e non «pregiudichi il risparmio previdenziale» ma «sia addirittura conveniente».

La risposta del governo arriva a stretto giro alla lettera inviata nei giorni scorsi dal presidente dell’Adepp, Alberto Oliveti, ai presidenti delle 19 Casse di previdenza dei professionisti, per spiegare la scelta di intervenire nell’operazione Atlante 2. Secondo Oliveti, infatti, i ministeri vigilanti non hanno assunto – come da accordi – le formali delibere sulla correttezza-bontà dell’investimento; non è stata ancora sciolta la riserva sul rischio che la partecipazione delle Casse venga considerata dall’Unione europea aiuto di Stato e infine la proposta tecnica di investimento «pervenuta solo per le vie brevi non contiene quei valori di rischio/rendimento compatibili con le asset allocation e con le procedure adottate da tutte le nostre Casse».

Nel corso dell’audizione in Commissione di vigilanza, Baretta ha sottolineato come l’effettivo coinvolgimento del singolo Ente dipenda esclusivamente dalle autonome valutazioni e decisioni dei singoli organi di amministrazione delle singole Casse e Fondi. Il sottosegretario ha poi affermato che l’assenza di una regolamentazione puntuale in materia di principi generali e limitazione degli investimenti delle risorse degli Enti Previdenziali è destinata ad essere colmata da un decreto dei Ministri dell’economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. «In particolare, gli ulteriori presidii prudenziali disporranno che l’investimento in Fondi investimento alternativi sia contenuto nei limiti del 10% delle disponibilità complessive dell’Ente. Il medesimo investimento non ecceda, inoltre, il 10% del valore del fondo alternativo stesso.