«Non riteniamo necessari interventi chiarificatori in merito all’applicazione dell’equo compenso ai contratti pubblici, poiché già sancito dall’art. 8 del Codice stesso. Tuttavia, tale applicazione non è sempre garantita, come nel caso della fornitura di servizi di ingegneria e architettura, che sono l’esempio emblematico di un’asimmetria tra le parti».
È quanto ha affermato oggi il rappresentante di Confprofessioni, Mauro Iacumin, durante un’audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera sul decreto legislativo “Disposizioni integrative e correttive al Codice dei contratti pubblici”.
Nello schema di decreto è stata inoltre proposta un’applicazione “a due velocità” dell’equo compenso (incarichi sottoposti a gara ed incarichi diretti) che non trova il favore di Confprofessioni. «Nell’interesse della massima garanzia e tutela della qualità dell’opera, riteniamo che l’applicabilità di ribassi sia da ritenersi, in entrambi i casi, solo sulle spese accessorie (pari al 20%) e che il peso del ribasso non debba essere superiore a 20 punti, allo scopo di disincentivare la corsa all’appiattimento verso il basso dell’offerta economica, quindi la implicita nullità», ha spiegato Iacumin.
Per quanto riguarda le gare di appalto, la Confederazione condivide l’ampliamento dei requisiti tecnico-economici previsti per gli appalti di servizi di ingegneria e architettura, che va a rimuovere una limitazione alla concorrenza, tuttavia chiede che gli stessi criteri di idoneità (qualifiche, referenze, capacita tecnico-professionali, attrezzature e mezzi) vengano applicati non solo ai liberi professionisti esterni ma anche ai soggetti interni alla P.A.
Secondo Confprofessioni è infine necessario reintrodurre l’anticipazione delle spese anche a favore dei professionisti. «Come per le imprese, anche per i professionisti lo svolgimento di un incarico comporta spese nell’immediato (predisposizione di prove, rilievi) a fronte di incassi che avvengono solo dopo l’approvazione delle varie fasi progettuali, con tempistiche non dipendenti dal professionista stesso», ha concluso Iacumin.