Crisi, le Regioni in campo

Pubblicato il primo Rapporto Isfol e Italia lavoro sulle misure di contrasto alla disoccupazione Tra ottobre 2008 e la fine di settembre 2010 erano circa 285 mila i lavoratori disoccupati tra Cig e cassa integrazione in deroga. Un’emergenza che è stata affrontata dalle regioni con il varo di tavoli anticrisi, che hanno saputo arginare il
Pubblicato il primo Rapporto Isfol e Italia lavoro sulle misure di contrasto alla disoccupazione

Tra ottobre 2008 e la fine di settembre 2010 erano circa 285 mila i lavoratori disoccupati tra Cig e cassa integrazione in deroga. Un’emergenza che è stata affrontata dalle regioni con il varo di tavoli anticrisi, che hanno saputo arginare il fenomeno grazie al confronto tra i rappresentanti regionali e le parti sociali. Negli ultimi due anni, quindi, dall’Abruzzo alla Basilicata, dalla provincia autonoma di Bolzano alla Calabria, dalla Campania all’Emilia Romagna, dal Lazio al Molise, dal Piemonte fino alla Puglia sono state istituite vere e proprie task force, che hanno analizzato l’andamento della crisi e predisposto delle strategie di intervento, attraverso politiche attive che, attraverso l’offerta “a Catalogo”, prevedono un ampio ricorso allo strumento della formazione, oltre all’erogazione di servizi mirati, quali colloquio di gruppo, bilancio delle competenze, tutoring e counselling, tirocinio, scouting aziendale e supporto all’autoimprenditorialità.
Tutto questo è contenuto nel primo Rapporto di monitoraggio sulle misure regionali di contrasto alla crisi occupazionale, realizzato dall’Isfol e Italia Lavoro nel quadro dell’Accordo Stato-Regioni del febbraio 2009. Il rapporto dell’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori e della società del ministero dell’Economia attiva nel campo delle politiche del lavoro ha preso in esame la documentazione regionale (accordi, delibere, circolari, comunicati, bandi) e ha monitorato l’attuazione dei finanziamenti del Fondo Sociale Europeo, oltre le facilitazioni nell’accesso al credito e gli incentivi per l’assunzione concessi alle imprese.
Dal rapporto emerge, inoltre, come i programmi di intervento regionali contro la crisi hanno seguito tre orientamenti differenti. Nel primo modello, denominato “esclusivo” e applicato dalla maggioranza delle Regioni, è la struttura pubblica (ad esempio, i centri per l’impiego) a ricoprire un ruolo centrale nella definizione del percorso formativo che il lavoratore deve seguire. Il modello “integrativo”, invece, prevede che l’attività offerta dalle strutture pubbliche venga integrata da quella proveniente dalle strutture private, come agenzie di selezione e formazione del personale, università, associazioni sindacali e datoriali, enti religiosi. Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Umbria adottano il terzo modello, quello “sostitutivo”, dove sono i soggetti privati a garantire i servizi.
 

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