Federalismo, leva per un Paese responsabile e trasparente

Il secondo seminario di Confprofessioni sulla riforma dello Stato in senso federale. Antonini (Copaff): c’e’ spazio per i professionisti. Brunello (Sose): entro fine anno i primi costi standard “Nel 2017 non ci sarà più un euro di spesa storica: è un tempo abbastanza lungo in cui poter accompagnare gli amministratori lungo un percorso di efficienza”.
Il secondo seminario di Confprofessioni sulla riforma dello Stato in senso federale. Antonini (Copaff): c’e’ spazio per i professionisti. Brunello (Sose): entro fine anno i primi costi standard

“Nel 2017 non ci sarà più un euro di spesa storica: è un tempo abbastanza lungo in cui poter accompagnare gli amministratori lungo un percorso di efficienza”. Con queste parole, il presidente del Comitato tecnico paritetico per l’attuazione del federalismo fiscale (Copaff), ha risposto al presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, durante il secondo seminario confederale sul tema “Riforma dello Stato in senso federale e attuazione del federalismo fiscale”, che si è svolto il 14 aprile scorso a Roma presso la sede di Unicredit in palazzo De Carolis.
In una sala gremita, che ha ospitato lo “stato maggiore” di Confprofessioni, il presidente Stella ha esordito manifestando il profondo interesse della Confederazione che, nel suo ruolo di parte sociale, intende fornire un contributo diretto “nella fase delle prevedibili complessità del cambiamento”. Le difficoltà, infatti, non mancano. Secondo Stella “la modifica del titolo V della costituzione, risalente al 2000, ha accresciuto la confusione in tema di competenze, annacquato le responsabilità, individuato un numero elevato e una tipologia di materie a legislazione concorrente che rasenta l’assurdo. Il Paese ha bisogno di realizzare un’operazione straordinaria di trasparenza, efficienza e responsabilizzazione” ha sottolineato Stella. “E quando si parla di spesa pubblica, trasparenza, efficienza e responsabilità dovrebbero essere presupposti ordinari e indiscutibili”.
Confprofessioni, dunque, condivide senza se e senza ma gli obiettivi che il federalismo fiscale si propone di raggiungere responsabilizzando la spesa pubblica a tutti i livelli e sanzionando senza vie di fuga le inadempienze di legge e regolamenti. Tra gli strumenti di responsabilizzazione individuate, sicuramente la leva dell’addizionale Irpef rappresenta un buon punto di partenza. Tuttavia, ha aggiunto Stella, “pur essendo condivisibile la ratio dell’addizionale come rimedio ai disavanzi sanitari, sappiamo che la conseguenza dei minori trasferimenti induce molte amministrazioni a utilizzare l’autonomia impositiva, in un contesto di relativa trasparenza e di non facile responsabilizzazione, esattamente l’opposto di ciò che si vorrebbe attraverso il federalismo fiscale”.
Pronta la replica di Antonini, che ha chiarito come il federalismo preveda “meccanismi di responsabilizzazione molto forti fino alla sanzione”. Ma prima occorre smaltire la spesa storica, accumulata negli ultimi 30 anni e che oscilla intorno ai 100 miliardi di euro. Secondo Antonini, la riforma del 2000 non ha introdotto gli strumenti necessari per gestire la transizione al federalismo, né sono stati introdotti incentivi per ridurre la spesa; anzi, risultava premiante il principio “più spendi, più incassi”. “Oggi il cittadino non vede la spesa, perché il criterio della spesa storica è un monolite impenetrabile, che non permette al cittadino di controllare come vengono spese le sue imposte” ha detto Antonini. “Il meccanismo della spesa storica deve cambiare radicalmente. Per rendere più efficiente la spesa si deve passare all’analisi dei fabbisogni e ai costi standard”. Secondo il presidente del Copaff, la riforma federalista “avvicina i governanti ai governati, cioè chi è governato ha il potere su chi lo governa. Il cittadino attraverso il voto “premia” gli amministratori buoni e manda via quelli cattivi, in base al principio vedo, pago e voto”.
A poco più di una settimana dall’entrata in vigore del decreto attuativo sul fisco municipale, in Parlamento restano ancora importanti passaggi legislativi che porteranno al compimento del federalismo fiscale. Antonini ha ricordato a Stella e ai rappresentanti di Confprofessioni che nei prossimi mesi saranno approvati tre decreti attuativi: il piano sud, attualmente all’esame della bicamerale; il federalismo contabile e i decreto che fissa i meccanismi premiali e sanzionatori per gli amministratori locali. E proprio su questi tre punti il presidente del Copaff ha invitato Confprofessioni a fornire la propria collaborazione, attraverso proposte e suggerimenti, al Comitato tecnico paritetico. Secondo Antonini, l’apporto di conoscenze che i professionisti possono dare nella definizione del federalismo fiscale e nell’individuazione dei meccanismi sanzionatori, che possono portare fino al fallimento politico dell’amministratore, potrebbe risultare determinante per l’attuazione dello Stato in senso federalista.
Uno dei passaggi cruciali dell’attuazione del federalismo fiscale riguarda l’individuazione dei fabbisogni e dei costi standard. “Ma ci vorrà del tempo, spero meno di 15 anni”, come per gli studi di settore. La valutazione è di Giampietro Brunello, presidente di So.Se Spa, la società degli studi di settore, cui è affidata dal decreto sul federalismo municipale la definizione dei costi e fabbisogni standard relativi ai servizi locali. Intervenuto al seminario di Confprofessioni, Brunello ha spiegato che occorreranno tre anni per elaborare il primo ciclo di servizi essenziali. “Stiamo raccogliendo le informazioni per determinare i livelli essenziali di assistenza e prestazioni e abbiamo avviato una mappatura dell’esistente per ogni comune; poi, dovremo individuare i diversi modelli organizzativi operchè ci sono situazioni estremamente diversificate tra gestioni dirette, indirette, consorzi, partecipate… Quindi dovremo misurare i livelli di efficienza”.
So.Se. Spa ha già avviato una prima mappatura per determinare i fabbisogni standard per un terzo delle funzioni fondamentali che entreranno in vigore già nel 2012 ed entro il 2014 saranno completate tutte le funzioni fondamentali di comuni e province (amministrazione, gestione e controllo, polizia locale, istruzione pubblica, gestione del territorio, tutela dell’ambiente, sviluppo economico…). Entro la fine dell’anno saranno quindi determinati i costi standard di circa 7 mila comuni sulle prime funzioni. La prima fase dei lavori si è concentrata sulla polizia locale e sulle funzioni amministrative. Finora sono stati inviati i questionari a 7.082 comuni e oltre 5 mila sono già stati accreditati. “Contiamo di superare le 6 mila risposte entro la fine dell’anno” ha aggiunto Brunello, ma stimiamo che un migliaio di comuni restino fuori, non rispondano. Per questi è necessario inserire un meccanismo, nel primo veicolo legislativo utile, che consenta di assegnare d’ufficio un costo standard a chi non risponde e subisce, quindi, il taglio dei trasferimenti”.

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