Formazione: le imprese tagliano, i fondi rilanciano

Rapporto Isfol 2010. Contro la crisi occorre investire maggiormente sui percorsi formativi. Il ruolo attivo dei Fondi paritetici interprofessionali. Se le piccole e medie imprese tagliano, i fondi paritetici interprofessionali continuano a investire sulla formazione continua, che rappresenta una delle leve strategiche per contrastare la crisi. Lo rileva il Rapporto 2010 sulla formazione continua, realizzato
Rapporto Isfol 2010. Contro la crisi occorre investire maggiormente sui percorsi formativi. Il ruolo attivo dei Fondi paritetici interprofessionali.

Se le piccole e medie imprese tagliano, i fondi paritetici interprofessionali continuano a investire sulla formazione continua, che rappresenta una delle leve strategiche per contrastare la crisi. Lo rileva il Rapporto 2010 sulla formazione continua, realizzato dal Ministero del Lavoro e dall’Isfol, l’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori, presentato lo scorso 4 marzo a Roma. Nel 2009 si è registrato, infatti, una sensibile flessione degli investimenti delle aziende nella formazione, dall’altra parte si è assistito a un aumento delle adesioni dei lavoratori a corsi individuali e lezioni private. Secondo il Rapporto, nel 2008 i partecipanti ai corsi erano 1 milione e 400 mila, mentre nell’anno successivo hanno subito una diminuzione del 13% (173 mila in meno). Il presidente dell’Isfol, Sergio Trevisanato, sottolinea un calo di partecipazioni ai corsi direttamente finanziati dalle aziende rispetto a quelli a contributo regionale e quelli finanziati dai Fondi paritetici inteprofessionali (Fondoprofessioni per il comparto degli studi professionali). Dal Rapporto emerge che i Fondi paritetici interprofessionali hanno sostenuto la formazione stanziando, nel biennio 2009-2010, circa 670 milioni di euro di cui 135 dedicati alle aziende colpite dalla crisi economica. I principali destinatari sono stati i lavoratori temporaneamente sospesi, i collaboratori a progetto e gli apprendisti. In generale, tra gennaio 2009 e giugno 2010, i Fondi hanno approvato oltre 9.800 piani formativi destinati a circa 1 milione 288 mila partecipanti appartenenti a più di 32.500 imprese. Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro le tematiche più seguite dai lavoratori durante i corsi che spesso non hanno superato la durata di 24 ore. Annualmente sono disponibili complessivamente almeno 600 milioni di euro per il supporto alla formazione continua, di cui 450 messi in circolazione dai Fondi paritetici interprofessionali e i rimanenti stanziati dalle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano attraverso i fondi nazionali. Il Rapporto registra poi un +24,5% delle partecipazioni a lezioni private e individuali e un +29,9% di adesioni ai corsi d’inglese e informatica. A livello territoriale, i dati informano che i tassi di partecipazione sono complessivamente più bassi al Sud rispetto al Nord, e in particolare al Nord Est. Tra le motivazioni del divario, c’è la minore disponibilità di reddito familiare e individuale e un’offerta formativa meno strutturata. Ad incidere, poi, la dimensione aziendale: la metà delle imprese con più di 250 dipendenti ha utilizzato nel 2009 la leva formativa, quota che si riduce a un terzo per le aziende medio-piccole. Ancora scarsa, tuttavia, risulta l’attenzione delle imprese italiane nei confronti della formazione, solo il 20,7% ricorre ad analisi strutturate dei propri fabbisogni formativi e solo nel 18,7% dei casi si adottano strumenti per la rilevazione delle specifiche esigenze dei lavoratori.

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