Il caro-ticket pesa anche sulla Cassa

BILATERALITA’ L’aumento inserito nella manovra incide sul bilancio di Cadiprof, ma non sui dipendenti I ticket sanitari pesano anche sugli studi professionali. L’aumento di 10 euro sulle ricette per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, reintrodotto dalla manovra finanziaria appena varata dal Parlamento assieme al ticket da 25 euro sul pronto soccorso, potrebbe determinare un incremento
BILATERALITA’ L’aumento inserito nella manovra incide sul bilancio di Cadiprof, ma non sui dipendenti

I ticket sanitari pesano anche sugli studi professionali. L’aumento di 10 euro sulle ricette per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, reintrodotto dalla manovra finanziaria appena varata dal Parlamento assieme al ticket da 25 euro sul pronto soccorso, potrebbe determinare un incremento di circa 300 mila euro sul budget annuale della Cassa di assistenza sanitaria integrativa degli studi professionali. Tuttavia, l’applicazione del nuovo balzello non andrà a incidere sugli oltre 200 mila dipendenti degli studi, che potranno continuare a beneficiare delle coperture del Piano Sanitario di Cadiprof che prevede, tra l’altro, il rimborso integrale dei ticket.
“Ancora una volta la Cassa è chiamata a svolgere quel ruolo di tutela e di assistenza verso un’ampia fascia di popolazione, quella degli studi professionali, che il Sistema sanitario nazionale non è più in grado di assolvere a causa della cronica mancanza di risorse” ha dichiarato il presidente di Cadiprof, Gaetano Stella. “Di fronte al progressivo arretramento del welfare state, la Cassa è diventata un ammortizzatore essenziale per i dipendenti degli studi che possono contare su una ampia gamma di prestazioni sanitarie integrative, compresi i rimborsi dei ticket sanitari”.
Lo confermano i numeri. Nel 2010, infatti, sono stati quasi 46 mila gli interventi soggetti a ticket gestiti da Cadiprof a favore dei suoi assistiti nell’ambito del Piano Sanitario, a fronte di un rimborso complessivo che supera 1,6 milioni di euro. Nel dettaglio, le prestazioni più gettonate dalla popolazione degli studi professionali riguardano proprio i ticket per accertamenti diagnostici (28.122 prestazioni liquidate nel 2010), le visite specialistiche, analisi, ecografie mammarie… (9.473) ed esami di alta specializzazione (6.827).
Gli effetti della manovra Tremonti sulla Cassa, dunque, potrebbero portare i rimborsi collegati al Servizio sanitario nazionale a sfiorare il tetto dei 2 milioni di euro già nel corso del 2011, con un balzo di circa il 20% rispetto al 2010. Sull’entità effettiva dei maggiori costi però pesano due incognite: l’applicazione del ticket da parte delle Regioni e l’eventuale aumento della domanda di rimborso da parte dei dipendenti degli studi professionali, che potrebbero essere spinti a ricorrere a strutture private.
Nonostante il rimborso del ticket sia una delle prestazioni maggiormente richieste dai dipendenti degli studi professionali, l’aumento imposto dalla manovra correttiva potrebbe infatti determinare un ulteriore impennata delle richieste da parte degli iscritti alla Cassa, che si è già attivata per far fronte al possibile incremento della domanda, soprattutto in quelle Regioni che hanno già detto sì al “super” ticket. Gli uffici amministrativi della Cassa hanno infatti avviato una prima ricognizione per monitorare l’applicazione del ticket Regione per Regione. Finora nove Regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Sardegna, Toscana, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta, Veneto, Umbria e Sicilia) hanno deciso di congelare il ticket di dieci euro sulle prestazioni sanitarie. Il ticket si paga invece in Lombardia, Basilicata, Puglia, Lazio, Liguria e Calabria. Ancora in stand by risultano Piemonte, Marche, Campania e Friuli Venezia Giulia, che stanno cercando alternative per coprire la spesa.
 

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