Il Consiglio Forense chiede una proroga sulla media-conciliazione

AREA DIRITTO E GIUSTIZIA. Solo 13 gli organismi iscritti al registro del ministero della Giustizia Avvocatura in ritardo sulla media-conciliazione. Dopo l’incontro della scorsa settimana il guardasigilli Angelino Alfano ha comunicato al Consiglio Nazionale Forense i dati a disposizione di Via Arenula al 31 dicembre 2010. Solo 13 organismi di conciliazione forense su 133 sono
AREA DIRITTO E GIUSTIZIA. Solo 13 gli organismi iscritti al registro del ministero della Giustizia

Avvocatura in ritardo sulla media-conciliazione. Dopo l’incontro della scorsa settimana il guardasigilli Angelino Alfano ha comunicato al Consiglio Nazionale Forense i dati a disposizione di Via Arenula al 31 dicembre 2010. Solo 13 organismi di conciliazione forense su 133 sono iscritti al registro del ministero della giustizia. A due mesi dall’entrata in vigore della normativa sulla mediazione obbligatoria, solo un decimo degli organismi è rappresentato dagli ordini forensi.
La tensione nel mondo dell’avvocatura sta convincendo il ministro della Giustizia a prorogare di sei mesi il via libera definitivo del dlgs n. 28/2010. Ma si saprà solo la prossima settimana. Intanto l’Organismo unitario dell’avvocatura, escluso da Alfano dal dialogo col ministero, si sta muovendo per conto proprio. L’Oua ha mandato in parlamento una lettera indirizzata ai senatori per la presentazione e l’approvazione di un emendamento da inserire nel decreto milleproroghe, per lo slittamento di un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo.
Le difficoltà sulla media-conciliazione non riguardano solamente il numero degli organismi iscritti al registro, ad oggi: Roma, Milano, Firenze, Monza, Pesaro, Pescara, Bari, Brescia, Ancona, Perugia, Nocera Inferiore, Nola, Santa Maria Capua Vetere. Al ritardo vanno aggiunti l’indisponibilità delle aule libere presso i tribunali, l’esiguo numero dei conciliatori, la difficoltà degli organismi conciliatori di dotarsi di copertura assicurativa e senza parlare della ristrettezza dei tempi per organizzare un servizio efficace per la mole di procedimenti in attesa.
 

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